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LE VERIFICHE
Partiamo dall'antefatto: dal 2020 è attiva la banca dati "Siatel" detenuta dall'Agenzia dell'Entrate in cui confluiscono i dati della Questura sui nominativi dei clienti di hotel e b&b e i giorni di pernottamento. A questa banca dati i Comuni - Roma Capitale compreso - possono accedere per verificare la corrispondenza fra i soggiorni denunciati dalle singole strutture e quelli reali nonché il dovuto in termini di tassa di soggiorno che nel 2022 variava a seconda della categoria della struttura da 2 a 5 euro. Banalmente la banca dati serve a verificare se l'operato dell'host e dell'albergatore è stato corretto.
Ebbene, a fronte di una verifica degli uffici, è venuto fuori un divario, in alcuni casi di poche centinaia di euro in altri di diverse migliaia, fra quanto dichiarato e quanto effettivamente dovuto con la voce "differenza a debito" che, appunto, in molti casi è decisamente alta.
LA REPLICA
Di fatto però il Campidoglio sembra intenzionato a mantenere il punto, chiaramente ogni albergatore o titolare di b&b può procedere ai ricorsi previsti dalla legge ma è impossibile credere che ad ognuno dei multati arrivi la revoca della multa o la correzione della stessa. Le verifiche, si diceva ieri in Comune, sono state fatte sui dati inseriti dalla Questura in base alle comunicazioni dei singoli albergatori e host di case vacanze, si sono dunque calcolati i pernottamenti e il dovuto in termini di tassa di soggiorno ma nell'85% dei casi i conti fra quello da pagare e l'effettivo pagamento non combaciavano. Quindi sono partite le cartelle. Ora la vicenda è tutt'altro che chiusa: anche laddove tutti pagassero, il Comune non avrebbe nell'immediato la disponibilità delle multe e comunque la maggior parte è pronta a far ricorso convinta di essere nel giusto.
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«Mi hanno contestato importi per contributi non versati nel 2022 quando io personalmente - diceva il proprietario di una casa vacanza - affitto solo su Airbnb e non devo pensare io al pagamento della tassa di soggiorno». «Ci attribuiscono delle mancanze - diceva un altro host con delle attività in zona Termini - ma io ho sempre denunciato ogni soggiorno e provveduto al rispettivo pagamento della tassa». A questo imprenditore sono state contestate più di 2 mila euro. «Farò sicuramente ricorso, multano noi e non si occupano degli abusivi che imperversano e dilagano in città».
I CONTROLLI
I controlli, al netto di quelli finanziari, da tempo sono stati aumentati proprio per verificare la correttezza delle autorizzazioni. Solo i vigili urbani, che con un'ultima memoria di giunta datata 30 ottobre sono stati chiamati a fare ancora di più, nel mese di settembre hanno provveduto alla verifica di 558 strutture rispetto alle 324 controllate nello stesso mese del 2022. Ancora: tornando ad agosto, uno dei momenti in cui la città ha potuto contare su un gran numero di turisti, le strutture fra alberghiere ed extralberghiere controllate sono state 260 rispetto alle appena 56 dell'anno precedente.Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero