Roma, avvocatessa uccisa: ipotesi colpo di karate

Roma, avvocatessa uccisa: ipotesi colpo di karate
Uccisa con una tecnica del Wado Ryu, uno stile giapponese di karate. In particolare con un attacco di Shime Waza, uno strangolamento eseguibile anche in piedi, di spalle, con due...

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Uccisa con una tecnica del Wado Ryu, uno stile giapponese di karate. In particolare con un attacco di Shime Waza, uno strangolamento eseguibile anche in piedi, di spalle, con due mosse simultanee di chi sa bene praticarlo. Il sostituto procuratore generale Arcibaldo Miller ha lanciato una nuova ipotesi investigativa per l'omicidio di Claudia Coloprisco, l'avvocatessa di 42 anni, trovata morta in casa a Pietralata nel giugno 2010. Una chiave con la quale il magistrato punta a riconoscere la colpevolezza dell'ex compagno della civilista, Pedro Pascual Ventura, il dominicano di 47 anni, ex doorman in un hotel di via Pinciana, assolto con formula piena in primo grado.


Non era stata raggiunta la certezza scientifica che la vittima fosse stata uccisa, soffocata, per la discordanza tra periti: per due si era trattato di asfissia, per un terzo di morte sine causa. Così, lo stesso pm Rita Ceraso, che aveva portato Ventura a processo dopo tre anni di indagini, l'anno scorso ne aveva chiesto l'assoluzione. Ora il giallo della civilista morta al terzo mese di gravidanza, potrebbe finalmente chiarirsi.

Miller, nel processo di appello a carico di Pedro Pascual Ventura, ha chiesto e ottenuto una nuova perizia per accertare le cause della morte. Un'istanza raccolta dalla prima sezione della corte d'assise d'appello, presidente Giancarlo De Cataldo, che l'altra mattina, ha affidato il caso al decano della medicina legale Giovanni Pierucci, docente all'università di Pavia e impegnato in passato anche in uno dei filoni d'indagine per i delitti del mostro di Firenze.

LE PERIZIE
Ma l'accusa ha anche preparato un'altra mossa. Ha convocato in aula l'ex moglie dell'imputato, a quanto pare, a conoscenza della sua esperienza nelle arti marziali. Gli accertamenti quindi ripartono dall'inizio. Alle tre perizie effettuate in passato, se ne aggiungerà una quarta, probabilmente definitiva. L'ultima che sembrava aver schiarito il caso era stata sollecitata dal gip Maurizio Caivano ai professori Vittorio Fineschi e Anna Aprile.
 


«La causa è da inquadrare in una insufficienza respiratoria acuta per meccanismo asfittico», erano state le conclusioni dei due esperti. Una notizia che non aveva confortato i genitori della vittima: «Se fosse stata una morte naturale ci saremmo in qualche modo rassegnati. Quasi lo speravamo». L'imputato, che nonostante l'accusa di omicidio volontario è sempre rimasto libero, nel frattempo, si è trasferito all'estero. Era stato proprio Ventura a chiedere i soccorsi per la compagna trovata svenuta secondo la sua ricostruzione sul pavimento del salotto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero