Autobus a Roma, le trovate degli utenti per sopravvivere ai disagi

La fermata di via Tuscolana
Su via Tuscolana, all'altezza di Vermicino, c'è una fermata dell'autobus 506 senza pensilina e senza panchine, una delle tante temerarie fermate...

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Su via Tuscolana, all'altezza di Vermicino, c'è una fermata dell'autobus 506 senza pensilina e senza panchine, una delle tante temerarie fermate d'autobus  romane collocate su marciapiedi angusti, a pochi centimetri dalle auto che sfrecciano. Ma gli utenti dei mezzi pubblici capitolini sono gente che si sa organizzare: per rendere meno gravosa l'attesa dell'autobus, hanno appoggiato al palo della fermata una sedia di plastica. Una signora anziana, che dall'arrivo di quella sedia ha tratto particolare beneficio, in una giornata ventosa ha chiesto a una ragazza di prestarle un foulard: “Vorrei legare la sedia al palo, ho paura che stanotte il vento la porti via. Domani – ha aggiunto la signora - porto una corda e lei può riprendersi il foulard”. La giovane l'ha accontentata.


Diversa è la situazione della fermata sul lato opposto della strada. Lì c'è una piazzola per far accostare i bus, ma in compenso non c'è marciapiede. Non ci sono lampioni, e quando cala il buio i pedoni rischiano di essere investiti dai mezzi in arrivo. Ma anche qui gli utenti non si perdono d'animo: hanno imparato a segnalare la loro presenza al conducente accendendo la luce del telefonino.

È nelle difficoltà che il romano mostra la sua capacità di adattamento. Forse è proprio questa la qualità che ha reso la città eterna, e che le può ancora garantire un futuro.

pietro.piovani@fastwebnet.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero