Roma, l'auto vola sul marciapiede: uccisa anziana seduta al bar. Il figlio si era appena alzato

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«Sono entrato nel bar che mamma era viva, sono uscito e lei era morta. L'ho vista lì a terra, le ho preso il viso tra le mani, ma aveva gli occhi sbarrati e ho...

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«Sono entrato nel bar che mamma era viva, sono uscito e lei era morta. L'ho vista lì a terra, le ho preso il viso tra le mani, ma aveva gli occhi sbarrati e ho capito subito che non c'era più nulla da fare. Una morte assurda, ancora non me ne capacito». Giulio Fontana, banchista in un supermercato di piazza Vescovio, è sconvolto. Ieri mattina poco prima delle 11, era uscito di casa a San Basilio, in compagnia della madre, Rosa Tripodi, 77 anni, da tutti conosciuta come Rosetta, per andare al bar Massi di Torraccia, all'angolo tra via Leicht e via Menichella «a prendere un po' d'aria e un caffè».

Mentre lui cerca parcheggio Rosetta si siede al tavolino sul marciapiede d'angolo, poi Giulio arriva, fa per sedersi anche lui ma Rosetta lo ferma: «Vammi a prendere un succo di mirtillo per favore». Giulio entra nel bar e accade l'assurdo. All'incrocio, una Toyota Auris guidata da M. A., informatrice scientifica di 40 anni, e una Ford Fiesta condotta da A. S., di 75 anni, si scontrano. La Toyota, che procede su via Leicht, dopo l'urto schizza come un proiettile sul marciapiede e centra in pieno il tavolinetto di Rosetta. La donna non ha il tempo di muoversi. Un altro avventore, un generale della Finanza in pensione, ha la prontezza di gettarsi di lato per evitare di essere preso. Ma lei no, «aveva le stampelle, non ce l'ha fatta», racconta un testimone. Che aggiunge: «Poteva essere una strage, di solito quei tavolini sono pieni».
 

«MAMMA MI HA SALVATO»
Giulio, intanto, è disperato. «Venti secondi, tanto mi sono allontanato da lei, ancora nemmeno lo avevo ordinato il succo. Poi ho sentito le urla, mi sono girato e ho chiesto che cosa succede? Quando ho visto quell'auto catapultata sul marciapiede mi si è gelato il sangue», spiega. Poi ha un pensiero, come se la madre avesse fatto un ultimo sacrificio per lui, come se lo avesse salvato. «È incredibile, mamma di solito non prendeva nulla, si sedeva per stare con me. Invece, ieri, per la prima volta ha voluto bere qualcosa - racconta ancora -. Così io non mi sono seduto e quell'auto non mi ha preso». Giulio piange. «Se fosse stata malata, forse me ne sarei fatto una ragione, ma morire così non è possibile».
Sull'incidente è stata aperta un'inchiesta. I vigili del IV Gruppo Tiburtino hanno proceduto ai rilievi del caso. La strada è rimasta chiusa fino alle due ed entrambi i veicoli sono sotto sequestro. Da una prima ricostruzione sembrerebbe che la Toyota non abbia rispettato la precedenza e che, probabilmente, avesse la visuale ostacolata da un Suv parcheggiato in sosta selvaggia. Una cattiva abitudine molto diffusa per quell'incrocio secondo i residenti. «È un continuo di incidenti - dicono - servono dei dossi per fare rallentare la velocità di chi arriva da via Menichella, una segnaletica ben visibile e paletti per impedire le soste non consentite». C'è anche un piccolo mistero. Qualcuno avrebbe visto un'auto grigia parcheggiata male davanti al bar che si è subito dileguata dopo lo scontro. «Forse è per evitare di andarle addosso che la Toyota è finita sul marciapiede», dice un testimone che era al bar. Per Giulio, «quella ragazza potrebbe, nell'urto, avere schiacciato accidentalmente il piede sull'acceleratore facendo volare l'auto. Comunque è una disgrazia».

LE INDAGINI
La 40enne, così come l'altro automobilista, sono stati accompagnati al pronto soccorso del Pertini per accertamenti. Non hanno riportato gravi lesioni, e poco prima delle 19 di ieri hanno lasciato l'ospedale dopo essersi sottoposti ai prelievi ematici per verificare l'eventuale assunzione di droghe o alcol. La donna, come di rito, è indagata per omicidio stradale. «Sono distrutta, sconvolta, non capisco cosa sia successo», dice con un filo di voce. Capelli ricci, minuta, il volto scarno, distrutto da una giornata che segnerà per sempre la sua vita.

Oggi verrà effettuata l'autopsia sul corpo di Rosa. «Una donna sempre a modo, di una famiglia perbene, e che ultimamente mi aveva confidato di temere la vecchiaia», ricorda una vicina. Il marito di Rosa, bancario, era venuto a mancare qualche anno fa. La figlia era andata via di casa, mentre Giulio era rimasto con lei. Il figlio mostra la foto scattata alla mamma a Villa Ada, la sua preferita. «Le piaceva uscire, era una donna molto buona. Una perdita incolmabile».
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Il Messaggero