Memoria e commozione durante la visita ad Auschwitz e Birkenau dei 144 studenti di Roma. A raccontare ai ragazzi i tempi bui dello sterminio nazista e la «fabbrica della morte»...
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Il viaggio ad Auschwitz è un'iniziativa dell'assessorato alla Scuola coinvolge 144 studenti di 24 scuole romane. «Quello che avveniva qui è una cosa impressionante - ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino - i ragazzi sono molto emozionati. È un racconto terribile che riguarda un gran numero di persone uccise in maniera terribile, che Sami Modiano personalizza. C'è stata una violenza fisica unita a una fortissima violenza psicologica e sociale, di distruzione del rispetto di tutti i valori. Modiano ha raccontato che i soldati avevano la libertà di sparare in qualsiasi momento, probabilmente come capita oggi in alcuni territori africani dove bande uccidono senza dignità della vita umana».
«Gli studenti e gli insegnanti fanno un percorso sulla tragedia della Shoah prima di venire qui - ha affermato l'assessore capitolino alla Scuola Alessandra Cattoi - Hanno iniziato ad orientarsi ma quando vengono qui capiscono profondamente. E questo li porta ad appassionarsi e a voler approfondire, si sentono investiti a testimoniare nelle proprie scuole». «Ci sono ancora quelli che negano. Oggi voi potete ascoltare i sopravvissuti e vedere con i vostri stessi occhi», ha affermato Modiano che ha raccontato anche la terribile sorte dei suoi cari. Gli studenti hanno ascoltato con attenzione, filmando e fotografando.
«Molto toccante, io almeno sono scoppiata a piangere almeno tre volte - ha commentato Giorgia della scuola Dante Alighieri -, è una bella esperienza perchè rendersi contro di persona di quello che realmente è successo, è molto diverso dal leggerlo dai libri».«È un'esperienza unica - le fa eco Camilla, dello stesso istituito - noi siamo state sorteggiate e siamo fortunate. Speriamo che Sami viva ancora a lungo, ma quando non ci saranno più testimoni, i testimoni saremo noi anche per dire ai nostri figli cosa è successo».
«Un'esperienza molto forte, piena di emozioni che fanno riferimento ad avvenimenti molto pesanti della storia passata - secondo Federico del Montessori -. Quando Sami Modiano non sarà più con noi, ci saremo noi come tanti altri che hanno fatto prima questa esperienza che come loro potremo dire: io ero lì, ho sentito quello che è accaduto nelle sue parole è visto il dramma nei suoi occhi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero