Roma, la gang degli affitti: liste attesa truccate in cambio di tangenti

Intrecci tra pubblica amministrazione romana e criminalità spicciola. Un mondo di mezzo differente, ma per certi versi simile a quello di Massimo Carminati e dei sodali di...

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Intrecci tra pubblica amministrazione romana e criminalità spicciola. Un mondo di mezzo differente, ma per certi versi simile a quello di Massimo Carminati e dei sodali di “Mafia Capitale”, dove a indossare il colletto bianco è gente che viene dalla strada. E dove a prendere decisioni su vicende d’interesse pubblico non sono i vertici di Regione e Campidoglio, ma bande di pregiudicati capaci, dietro compenso, di pilotare nomine e assegnazioni. Così come gli appalti del Comune, anche il patrimonio immobiliare della Pisana è finito sotto scacco. Il sacco di Roma, in pieno scandalo affitti, passa anche attraverso aggiudicazioni opache di alloggi dell’Ater, l’ente regionale che gestisce le case popolari. Il sospetto del pubblico ministero Francesco Dall’Olio è che un gruppo di soggetti, per mesi, sia stato in grado di farla da padrone, ignorando le regolari procedure e infischiandosene delle graduatorie di assegnazione pendenti. Per ottenere una sistemazione, era necessario pagare una tangente. Ad intascare i soldi, con prepotenza, personaggi con le spalle già appesantite da precedenti penali. Il sospetto di chi indaga è che la “gang” dell’alloggio sia riuscita ad ottenere dati riservati da alcuni funzionari capitolini che compilano le liste di assegnazione degli immobili dell’Ater e che ora sono finiti sotto inchiesta. In sostanza, gli impiegati avrebbero spifferato in anteprima informazioni circa lo stato di occupazione di alcuni appartamenti. I locali rimasti disabitati, magari a causa del decesso del precedente assegnatario, sarebbero finiti alla mercé dell’organizzazione, che avrebbe fatto scattare un sistema di locazione parallelo e illegale, probabilmente con il ricatto: facendo leva sullo stato d’indigenza di persone in difficoltà che, pur di ottenere al più presto una sistemazione, avrebbero scelto di pagare. La Procura procede per induzione indebita a dare e promettere utilità e ha già iscritto sul registro degli indagati sei persone tra dipendenti pubblici e pregiudicati, oltre a decine di beneficiari che, pur essendo stati costretti a pagare una tangente per avere una casa, si sarebbero comunque prestati al gioco, ottenendo un vantaggio illecito. 

 

IL BILANCIO
D’altronde, basta dare un’occhiata all'ultimo censimento riferito alle case Ater della Capitale per accorgersi di anomalie di bilancio. Il buco nei conti sfiora i 27 milioni. «Non si tratta di un buco di bilancio - precisano all’Ater - ma all’ammontare del credito che l’Azienda vanta sugli inquilini morosi nel 2014». Per quanto riguarda gli alloggi, 5.916 risultano occupati abusivamente, in alcuni casi attraverso l'effrazione di locali vuoti, oppure per decisione di chi, senza averne il diritto, ha deciso di subentrare a parenti morti assegnatari. Altre volte, invece, nell’aggiudicazione potrebbe essere stata determinante la compiacenza di funzionari “infedeli”, in grado di garantire residenze in modo illegittimo. In Procura, il problema delle case occupate abusivamente era stato sollevato dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani, che tra il 2014 e il 2015 era riuscito a ottenere dal gip circa cento sgomberi. «L’Ater stessa in autotutela - precisa l’azienda - ha denunciato nel marzo 2015 gli illeciti». 


Nel frattempo, la Procura resta in attesa delle carte raccolte dal commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca a proposito degli alloggi comunali concessi a canoni irrisori.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero