È una lettera di sole tre pagine ma per l'Atac ha il sapore di una rivoluzione. Con un atto unilaterale firmato dal direttore del Personale venerdì scorso (il giorno...
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IL PROLUNGAMENTO
Con le nuove norme cambierà anche l'orario di lavoro: il monte ore settimanale passa per tutti da 37 a 39 ore, fatta eccezione per autisti dei bus e macchinisti della metro (circa 5.500 addetti dei quasi 12mila totali) che continueranno a lavorare 37 ore. Anche per loro però c'è una novità: l'azienda infatti ha chiesto ai conducenti della metro di aumentare le «ore effettive di guida» e di portarle a quota 950 all'anno. Troppo poche le 736 che sono state lavorate nel 2014, considerando che gli autisti di Napoli ne lavorano 850 e i colleghi di Milano addirittura 1.200. Ovviamente a parità di retribuzione. Numeri che non cambiano per gli autisti dei bus: a Roma guidano 32 ore contro le 36 di Milano.
Per controllare la presenza in servizio dei dipendenti poi, per la prima, volta tutti i lavoratori saranno obbligati a timbrare il cartellino con un nuovo badge elettronico. Compresi i macchinisti, a cui fino a oggi bastava una firma su un foglio di carta. Uno strumento troppo facilmente alterabile, secondo l'azienda, rispetto ai supporti informatici che entreranno in vigore.
LA PROTESTA
La rivoluzione partirà il 1 agosto per i macchinisti della metro e il 1 ottobre per tutti gli altri. I sindacati però sono pronti a fare le barricate, sventolando il timore che «le retribuzioni possano essere tagliate di quasi un terzo». «Se l'azienda non ritorna sui suoi passi, fermiamo tutto», avverte Fulvio Ventura del Fast. «Non ci possono chiedere di lavorare di più, con meno soldi». Più di un macchinista, a microfoni spenti, minaccia: «Così al Giubileo si blocca tutto. Gli straordinari non li fa nessuno». L'azienda però tira dritto e garantisce che il nuovo sistema di premi «permetterà a tutti di mantenere gli stessi livelli in busta paga».
E soprattutto «renderà sempre più efficiente il servizio per i cittadini». Un esempio? Tra gli amministrativi e i bigliettai, che hanno già sperimentato le nuove norme sui salari accessori, le assenze sono diminuite rispettivamente del 37% e del 49%. Quasi dimezzate. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero