L'obiettivo è chiaro: tagliare i dirigenti di troppo e i loro premi di produzione se non si vedranno i risultati stabiliti nero su bianco. L'occasione si presenta...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I NUMERI
Il contratto di servizio di Atac costa al Campidoglio 600 milioni di euro all'anno (tra tpl, gestione strisce blu e giudice di pace). Al momento, i rapporti tra Campidoglio e la partecipata dei trasporti sono regolati così: il comune paga 5,6 euro per chilometro percorso da autobus, tram e metro, con un velocità commerciale (su gomma) di 14 km all'ora. Il nuovo contratto prevederà altri indicatori. A partire dal servizio erogato ai cittadini. A stabilirlo sarà un nucleo esterno di valutazione, che affiancherà l'Agenzia per la mobilità. Se gli standard previsti non saranno raggiunti ecco che scatteranno le sanzioni: la decurtazione della parte variabili dello stipendio per i manager. In tutto in via Prenestina ce ne sono una quarantina. «Troppi», è l'opinione diffusa in Comune.
La maggioranza M5S vorrebbe anche intervenire sulla composizione del salario accessorio dei dirigenti della municipalizzata. Gli ultimi contratti sono tutti simili: il grosso è composto dalla parte fissa, il resto da quella variabile (meno del 10%). In questo modo, visto il caos dei trasporti romani, i vari manager non corrono grandi rischi. «Adesso si cambia», spiegano ancora i pentastellati. E l'istituzione di un organo terzo di controllo dovrebbe arrivare a dare messaggi chiari alla governance di Atac.
IL PROGETTO
Il Campidoglio si muove intanto su tutti i fronti. L'assessore ai Trasporti Linda Meleo rilancia l'ipotesi vendita dei depositi inutilizzati: «Per una parte di patrimonio immobiliare va fatto un ragionamento in direzione della dismissione». La tensione rimane alle stelle tra amministrazione e sindacati. In commissione trasparenza il sindacalista Claudio De Francesco, segretario generale Faisa Confai del Lazio non ha usato giri di parole: «Se oggi viene bocciato il concordato dodicimila famiglie più l'indotto si troveranno per strada - ha detto il sindacalista - se il giudice tra 15 giorni dice no veniamo a mangiare a casa vostra e veniamo a cercarvi uno per uno». Anche sull'ipotesi dismissione dei depositi i sindacati sono scettici: «Bastava cambiare la destinazione d'uso dei beni di
Atac e così si triplicava il valore immobiliare invece state andando dal giudice peraltro senza avere neanche le carte definite». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero