Atac, stipendi non pagati: «Stop alle sanificazioni»

Atac, stipendi non pagati: «Stop alle sanificazioni»
Alcuni non hanno ricevuto lo stipendio di giugno. Altri, le spettanze previste al cambio di appalto lo scorso maggio. Altri ancora, sono in attesa della 14esima. Tutti sono in...

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Alcuni non hanno ricevuto lo stipendio di giugno. Altri, le spettanze previste al cambio di appalto lo scorso maggio. Altri ancora, sono in attesa della 14esima. Tutti sono in attesa di una risposta dal Comune o dall’Atac. Sono gli addetti alle pulizie e alle sanificazioni - Depositi di superficie e Metro Ferro- reclutati tramite gare di appalto e in attesa del saldo per il lavoro svolto e non ancora retribuito. La protesta sta montando in queste ore. Venerdì - 16 luglio- è stata inoltrata una nota congiunta per richiedere intanto un tavolo di incontro. E per sollecitare, appunto, quanto non è stato ancora versato.

Un sollecito che ha chiamato a raccolta le dieci ditte appaltatrici, tante sono quelle schierate dalla municipalizzata ai trasporti per assicurare il servizio si pulizia. E allo stesso tempo quello di sanificazione attivato con lo scoppio della pandemia. Dunque un lungo elenco: dai depositi di Prenestina - Porta Maggiore, Grottarossa -Montesacro e Portonaccio, le linee Roma Lido e Centocelle. Ma non c’è solo il problema dei mancati incassi. 

 

 

Atac, la nota

Nella lettera inviata (firmata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti), i lavoratori parlano anche di con la presente, intendono denunciare una condizione di «problemi relativi alla fornitura di indumenti di lavoro, l’assenza dei dispositivi e del rispetto delle norme che garantiscono la salute e sicurezza». A cui si aggiunge il mancato saldo di spettanze e stipendi. La protesta sta montando proprio in queste ora con il rischio che, se non verranno saldate le ditte, i lavoratori non garantiranno il servizio. Una questione spinosa finita già sul tavolo del Campidoglio e della municipalizzata ai trasporti che naviga ancora in acque agitatissime. 

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Ci sono infatti già i conti del Tribunale fallimentare da saldare e con date ravvicinate. A cui si aggiunge il buco economico causato dalla Pandemia. Quantificato - lo scorso giugno - in 120 milioni di euro. Tanto è necessario per evitare la banca rotta. Soldi che durante una seduta della commissione capitolina Mobilità, Middei e il direttore finanziario della municipalizzata, Stefano Guadalupi sono stati chiesti all’azionista. Cioè a Roma Capitale. Il quale ha denunciato, a sua volta, quasi 700 milioni di mancati incassi tra tributi, tariffe e multe, dallo scoppio dell’epidemia. 

Sabato l’ultimo l’appello inviato in Campidoglio per accelerare la manovra di salvataggio. A cui però non è seguita ancora risposta. A rischio nelle prossime settimane dunque ci sono, oltre le pulizie, anche le corse. Mentre Atac deve ancora sciogliere il nodo sulla mancata assunzione a tempo indeterminato di 200 autisti che rischia, anche in questo caso di avere ripercussioni sul servizio. Pure in questo caso gli impiegati hanno più volte sollecitato una risoluzione che al momento però, non è stata trovata. Un’estate complicata e infuocata per la municipalizzata che dovrà, al più tardi entro il prossimo mese, uscire dall’impasse. A settembre infatti, con la riapertura delle scuole, saranno da garantire maggiori corse e più bus in circolazione.
 

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Il Messaggero