Altro che moratoria per i macchinisti responsabili dello sciopero bianco di luglio. Atac ieri ha risposto all'appello dei sindacati confederali, sposato subito...
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Un comportamento, secondo l'indagine dell'azienda, messo in atto per protestare contro la riforma del salario accessorio che ha cancellato i bonus che prima finivano in busta paga in automatico e che ora sono erogati in base a risultati effettivi.
RIMBORSI PER I DISSERVIZI
Ma a pagare caro sono soprattutto 5 macchinisti della Roma-Giardinetti che oltre a una sospensione per 5 giorni dal servizio, si sono visti recapitare anche una richiesta di risarcimento danni di 7.500 euro (in solido) da parte di Atac.
Secondo l'indagine aziendale, il 5 giugno, tutti insieme, hanno «comunicato irregolarmente» l'assenza legata alla legge 104 (assistenza a familiari disabili), proprio nel momento in cui era in atto uno “sciopero degli straordinari”. In sostanza, anziché programmare il permesso con 15 giorni d'anticipo, come da regolamento, hanno chiesto di sfruttare l'assenza all'ultimo, tutti insieme.
A farne le spese sono stati gli utenti della linea collega la periferia Est a Termini: dalle 5.30 alle 8.30 la linea è rimasta chiusa.
I provvedimenti che continuano a partire da Via Prenestina fanno capire che l'azienda ha sposato la linea dura. Otto macchinisti sono già stati sospesi per 10 giorni, per avere dichiarato guasti treni perfettamente funzionanti, 58 invece sono le multe erogate per chi non ha strisciato il badge, obbligatorio dal 1 luglio.
I sindacati, venerdì scorso, hanno chiesto a Esposito una sorta di moratoria «per iniziare una nuova pagina di collaborazione». Una proposta che l'assessore alla Mobilità ha subito avallato, girandola ad Atac. Che però ieri, con l'amministratore delegato Danilo Broggi, ha risposto con una lettera di segno contrario: i comportamenti dei dipendenti sanzionati per lo sciopero bianco, si legge, «hanno finito per generare rilevantissimi disservizi», tanto che ci sono stati «specifici incontri con il Prefetto e anche un esposto alla Procura». Motivo per cui l'azienda spinge per evitare «logiche di ripensamento, che rischiano di indebolire la tenuta del sistema operativo/gestionale e la credibilità dell'azienda».
Secondo Atac, sarebbe meglio piuttosto creare una «Cabina di regia per affrontare i motivi di conflitto del settore Tpl» chiedendo «una tregua sindacale» durante il Giubileo. Ma niente “moratorie” per i macchinisti già sanzionati. Altrimenti potrebbero esserci anche rischi legali per i manager. Scrive l'ad Broggi: «Non possono non considerare interventi a tutela degli amministratori da potenziali responsabilità verso terzi, conseguenti alla scelta adottata». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero