Atac, scontro tra il Comune e Rettighieri: ora è caccia al nuovo direttore

Atac, scontro tra il Comune e Rettighieri: ora è caccia al nuovo direttore
Il primo esame di settembre, per la giunta di Virginia Raggi, è a tema trasporti. Da ieri è ufficiale: il Campidoglio cerca un nuovo direttore generale per Atac....

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Il primo esame di settembre, per la giunta di Virginia Raggi, è a tema trasporti. Da ieri è ufficiale: il Campidoglio cerca un nuovo direttore generale per Atac. Quello attualmente in carica, Marco Rettighieri, si è detto indisponibile a essere «commissariato», parole sue, da parte della giunta M5S. E così, dopo il caos che ha travolto l'Ama alla fine di luglio, la prima cittadina pentastellata dovrà mettere mano anche alla governance della più grande partecipata del Tpl d'Italia, un colosso da 12mila dipendenti da anni sull'orlo del default a causa di un debito che ammonta a 1,3 miliardi di euro.


L'INCARICO CONTESTATO
Lo scontro tra Rettighieri e la giunta M5S negli ultimi giorni è diventato sempre più incandescente. Il diggì si è lamentato per essere stato lasciato senza fondi («mai arrivati sul nostro conto corrente - ha scritto - i 18 milioni di euro stanziati dalla delibera del 12 agosto») e soprattutto ha attaccato la richiesta dell'assessore ai Trasporti, Linda Meleo, di avere una «visione preventiva» di tutti gli spostamenti dei dirigenti in Atac. «Ingerenze esterne», le ha definite il diggì. Con un retroscena, anticipato dal Messaggero, che ieri ha fatto salire sulle barricate il Pd. Perché è la rimozione di un manager in particolare ad avere fatto deflagrare il contrasto tra Rettighieri e Meleo. Chi è? Federico Chiovelli, attivista iscritto al Movimento Cinque Stelle dal 2013, fino al 29 agosto a capo della ferrovia Roma-Viterbo. «Gli spostamenti all'interno di un'azienda non possono essere influenzati da ingerenze esterne» ha scritto il diggì alla Meleo, in una missiva inviata per conoscenza alla Commissione Trasporti del Senato. Il cui vicepresidente, il dem Stefano Esposito, ieri attaccava: «Rettighieri ha detto no al clientelismo dei Cinque Stelle. Se può, l'assessore smentisca la chiamata fatta a Rettighieri per chiedere di rivedere la decisione di spostare un dirigente militante pentastellato». Telefonata a cui avrebbe assistito almeno un testimone.
In questo clima, l'addio di Rettighieri è atteso a ore. «Sto pensando di lasciare, se non ci sono le condizioni perché dovrei rimanere?», si è lasciato sfuggire ieri il diggì. «Sono un tecnico, non un politico. I tecnici devono poter agire all'interno di un mandato chiaro, ampio e liberamente».
 
E stavolta il Comune, che fino a ieri almeno a parole aveva sempre confermato la «fiducia» nell'attuale direttore generale, top manager di lungo corso reduce dai vertici di Expo, ha cambiato linea. E ha sancito la rottura. «Sorpresa e stupore» quindi, ha fatto trapelare il Campidoglio, per le dichiarazioni di Rettighieri, che «evidenziano un atteggiamento irresponsabile». «Fiducia in Rettighieri? Va chiesto a lui se ha fiducia in noi», ha risposto la Meleo. Ed è intervenuto direttamente anche l'assessore al Bilancio, Marcello Minenna. Per parlare dei fondi per la metro A. «La delibera è stata resa esecutiva con una determina della Ragioneria il 17 agosto. Da quella data, le somme sono entrate nella disponibilità effettiva di Atac. In Consiglio comunale ci sarà solo una ratifica del provvedimento». Secondo il titolare del Bilancio «interpretare i 18 milioni come un prestito è veramente fantasioso». Contro-replica del Pd, sempre tramite Esposito: «Minenna mostri il codice del bonifico».

IN POLE
Ma ormai il Campidoglio cerca un nuovo vertice per la municipalizzata. «L'amministrazione in queste ore è al lavoro per l'individuazione di un nuovo management», spiegavano ieri da Palazzo Senatorio. Quasi scontato che a lasciare sia anche l'amministratore unico Armando Brandolese, come Rettighieri nominato dall'ex commissario Tronca (il diggì, però, ha vinto una selezione pubblica).

Chi arriverà nel quartier generale di via Prenestina? Nei giorni scorsi è spuntato il nome di Pietro Spirito, ex direttore della Produzione di Atac, ora impegnato nella riqualificazione di Bagnoli. Lui, su queste colonne, ha smentito: «Mi sono già disintossicato da Atac, non ci penso proprio a tornare». Nel M5S si studiano le alternative. Tra le prime ipotesi che circolano c'è Gianluca Ponzio, attuale diggì di Trambus Open. Resta sullo sfondo anche l'ex ad Carlo Tosti.
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Il Messaggero