È la giornata della svolta, o della resa dei conti in Atac. Si riunisce oggi l'ultimo consiglio d'amministrazione dell'era del dimissionario Danilo Broggi e...
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Un'impasse non da poco su cui stamani, alle 11, saranno chiamati a esprimersi i cinque consiglieri di amministrazione. Nei giorni scorsi per dirimere la matassa è intervenuto con una lettera il vicesindaco Causi che ha tenuto a ribadire che «gli indirizzi politici dell'azionista (il Comune, ndr) vengono definiti dal sindaco e resi noti per il tramite del competente dipartimento dell'Amministrazione». Ribadendo, di fatto, come Marino si sia ben guardato dal lasciare all'assessore la delega sulla municipalizzata. Il ragionamento di Micheli su cui sono invitati i consiglieri a riflettere suona così: un bando che preveda la manutenzione dei mezzi farebbe lievitare i costi di un 25% con il rischio di un intervento della Corte dei Conti. Non solo. Il cda smentirebbe il suo stesso piano industriale che ha visto il potenziamento della rete delle officine di Atac, ora aperte per tutto il giorno.
LA SOLUZIONE
Ma la soluzione potrebbe essere trovata così: subito i primi 15 bus a piazzale, poi si vada pure avanti con il bando da 150 autobus in leasing (il via libera oggi), ma quello che era il secondo lotto per altri 250 mezzi - tanto ormai non si farà più in tempo per il Giubileo - costituirà un bando a parte. Che discuterà il nuovo cda. Alle 14 nell'agenda di Esposito l'incontro “chiarificatore” con Marino. «Le mie dimissioni? Una favola immaginata da chissà chi», taglia corto l'assessore che ieri sera era alla riunione dei pendolari della Roma-Lido pronto a rispondere a ogni bordata. «Ora l'importante è che si approvi il bilancio». Chiusa l'era Broggi, Marino dovrà mettere mano al nuovo cda. Difficile pensare che ci sarà una corsa a occupare il posto di ad di una società in acque agitate (emblematico il guasto che ha paralizzato la metro A lunedì e su cui sono state aperte due inchieste, una interna e una della Procura): non è escluso che si attinga da una figura dirigenziale interna. Ipotesi che, con il taglio dei consiglieri da 5 a 3, in ottica di spending review, non farebbe male.
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Il Messaggero