Atac, mancano i bus e gli autisti: l'azienda impone gli straordinari ai dipendenti

Atac, mancano i bus e gli autisti: l'azienda impone gli straordinari ai dipendenti
La fermata della metro A Barberini è ancora chiusa, la Capitale ha i tempi di attesa alla fermata dell’autobus più lunghi in assoluto ma l’altro ieri...

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La fermata della metro A Barberini è ancora chiusa, la Capitale ha i tempi di attesa alla fermata dell’autobus più lunghi in assoluto ma l’altro ieri sono stati firmati dei maxi incentivi agli autisti dell’Atac per garantire le ore straordinario necessarie al rispetto del contratto di servizio. È quanto stabilito nel verbale di accordo sottoscritto giovedì 16 gennaio tra l’azienda di trasporto capitolino e i rappresentanti dei sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Autoferrotranviari per chiudere una vertenza che, tra gli altri punti, ha affrontato la questione del «mancato rispetto del limite orario di lavoro».


L’obiettivo, si legge nell’accordo che vale solo per il 2020, è «incrementare la produzione» dei chilometri percorsi dalle linee bus e tram, stanti le carenze sia del parco mezzi sia di organico.
«Nelle more del piano di inserimento di ulteriori 350 mezzi e dell’attuazione del piano assunzionale 2020», Atac e sindacati hanno trovato un accordo su un sistema temporaneo di incentivazione del lavoro di guida straordinario, che dovrebbe anche consentire una più facile concessione delle ferie. Il sistema prevede turni a straordinario di massimo 3 ore e 10 minuti, da attribuire al personale di guida che, su base volontaria, sarà inserito in un apposito elenco. Gli incentivi prevedono che per turni di durata fino a 2 ore e 29 minuti, l’indennità sarà pari a 4 ore di straordinario. Per turni di durata compresa tra 2 ore e 30 minuti e 3 ore e 10 minuti, l’indennità onnicomprensiva sarà pari a 5 ore di straordinario. E c’è una clausola che non a tutti gli autisti è gradita ma che rende l’idea sul braccio di ferro consumatosi per cercare in tutti i modi di aumentare la produttività dei lavoratori. La clausola in sostanza prevede che chi si rifiuta di fare gli straordinari verrà penalizzato.

Qualora i volontari, nell’arco di un mese, non dovessero coprire il turno assegnato per due volte senza giustificazione, saranno esclusi dalle successive assegnazioni di straordinario per sei mesi. «Sembra un ricatto», attacca Claudio De Francesco, sindacalista Faisa Sicel. Sembra di sicuro uno sforzo titanico per riuscire a far sì che il pachiderma di via Prenestina arrivi a erogare un servizio accettabile. Una contropartita c’è infatti: «al fine di migliorare la qualità del lavoro e ridurre la variabilità oraria dei carichi di lavoro», si legge, l’accordo stabilisce che «l’orario settimanale non potrà differire di oltre il 5 per cento l’orario contrattuale».


Mentre gli utenti aspettano fino a sedici minuti (può andare peggio, la corsa può saltare) che arrivi il bus ci sono orari che spaccano il secondo. Nell’accordo sono stati definiti i limiti massimi di 6 ore e 20 minuti per i cosiddetti “turni a nastro”, mentre i turni con punte di guida massime non potranno superare il 20 per cento di quelli comandati dall’azienda. Gli incentivi agli straordinari riguardano autisti, conducenti di tram, addetti della centrale operativa e gli operatori di capolinea. Il confronto sindacale proseguirà sul tema degli inidonei e sulla decontribuzione dei premi produttività. Temi irrinunciabili di fronte a un servizio che fa acqua da tutte le parti, anzi fuoco. Come quello degli autobus ribattezzati flambus. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero