Atac, manager nel mirino: via al taglio degli stipendi

Atac, manager nel mirino: via al taglio degli stipendi
«Nessun taglio al contratto dei dipendenti di Atac», ha promesso Virginia Raggi, intercettata dal Messaggero alla buvette del Campidoglio. Ma una sforbiciata ai costi...

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«Nessun taglio al contratto dei dipendenti di Atac», ha promesso Virginia Raggi, intercettata dal Messaggero alla buvette del Campidoglio. Ma una sforbiciata ai costi del personale della partecipata dei trasporti ci sarà: non sui cedolini di impiegati, macchinisti e autisti, ma sui bonus elargiti ai dirigenti e ai quadri dell'azienda. La revisione di tutti i premi di produttività verrà inserita nel piano di risanamento collegato al concordato preventivo.


Il ragionamento che circola a Palazzo Senatorio è chiaro: finora ai 47 manager della malconcia azienda comunale sono stati elargiti premi collegati a risultati non proprio brillanti, se è vero che il servizio di bus e metro oggi è al collasso e, sul fronte finanziario, la partecipata è riuscita ad accumulare un debito gigantesco che sfiora 1,4 miliardi di euro. Insomma, negli ultimi anni la municipalizzata ha sempre macinato meno chilometri rispetto a quelli pattuiti col Campidoglio nel contratto di servizio, ma ai manager sono stati comunque garantiti, almeno in parte, i bonus legati alla produttività.

Il vecchio amministratore unico, Manuel Fantasia, prima di Natale firmò anche un accordo che stanziava 1,8 milioni di euro da distribuire ai manager. E nel 2017, tra quadri e dirigenti, è prevista una spesa di 3 milioni e 158mila euro di premi. Ora però, con l'avvio della procedura fallimentare, tutti gli extra saranno rivisti e vagliati dal commissario che dovrà nominare il Tribunale, sempre se deciderà di accettare il piano del M5S.

L'AFFIDAMENTO
Proprio in vista del concordato la partecipata di via Prenestina ha nominato ufficialmente un advisor industriale e finanziario, Ernst Young. L'appalto da 208mila euro ha come obiettivo «il closing dell'operazione di concordato» o, in alternativa, un accordo di ristrutturazione del debito. Già venerdì il concordato dovrebbe essere votato dalla giunta M5S, mentre non dovrebbe essere necessario un voto di ratifica in Consiglio comunale. Quella di domani in Assemblea capitolina sarà solo una discussione generale, anche se a rischio tensioni.

LA PROTESTA

I bellicosi sindacati di Atac hanno annunciato una protesta fuori dal Campidoglio, anche se fino all'ultimo tenterà una mediazione l'assessore ai Trasporti, Linda Meleo. In teoria già ieri era in programma un vertice tra il Comune e le corporazioni interne, ma alla fine è slittato a giovedì. «L'incontro con la Meleo è stato spostato al 7 mattina, ma nel pomeriggio è confermato il presidio in piazza del Campidoglio a partire dalle 15», facevano sapere comunque i sindacati. Spaventati, come ammette Michele Frullo dell'Usb Tpl, dalla prospettiva di «un aumento dei carichi di lavoro», perché «per un rientro dal debito il giudice potrà decidere qualsiasi cosa». A partire dalla lotta all'assenteismo, che nella partecipata romana ha raggiunto livelli record. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero