Nei certificati medici che, per anni, aveva spedito all'Ufficio Personale dell'Atac, un dipendente della partecipata romana dei trasporti si faceva dichiarare...
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I CONTROLLI
Un'eccezione? Forse no. Tanto che proprio sugli «inidonei definitivi» l'Atac ha deciso recentemente di avviare un'inchiesta interna. Con un'ordine del giorno firmato il mese scorso, il direttore generale Marco Rettighieri ha istituto una task force dedicata a «fare chiarezza» sulla posizione di 140 dipendenti. Obiettivo duplice: evitare abusi tra i lavoratori che usufruiscono degli esoneri ma anche impedire che le «inidoneità» crescano a dismisura.
A BORDO DELLA METRO
I controlli hanno già prodotto qualche risultato: 15 dipendenti, dopo le nuove visite mediche, sono stati ricollocati con altre mansioni più operative. E questo lavoro di indagine, fanno sapere da via Prenestina, è solo all'inizio: gli accertamenti andranno avanti. Anche perché più si abbattono le finte invalidità, più si recuperano risorse. Operazione fondamentale in un'azienda dove ogni giorno si assentano quasi 1.300 lavoratori su 11.771 (l'11%, con picchi del 18% tra gli addetti del supporto di esercizio). I primi ricollocamenti sono già partiti l'anno scorso; hanno cambiato mansione 359 dipendenti, anche se la gran parte dei trasferimenti ha riguardato personale in esubero. Ventuno dipendenti sono stati mandati a bordo dei vagoni della metro come capitreno o macchinisti; 72 lavoratori sono diventati controllori, 105 operatori di stazione, 38 addetti alla sosta sulle strisce blu, 24 addetti dei parcheggi, 30 operai delle officine interne. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero