Atac, ok dei creditori al concordato: «L'azienda è salva»

Atac, ok dei cerditori al piano concordato: l'azienda è salva
I creditori dell'Atac hanno dato parere favorevole al piano di concordato proposto dalla municipalizzata dei trasporti di Roma, passaggio fondamentale per il salvataggio...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I creditori dell'Atac hanno dato parere favorevole al piano di concordato proposto dalla municipalizzata dei trasporti di Roma, passaggio fondamentale per il salvataggio dell'azienda a cui punta il Campidoglio. Un'ampia maggioranza di creditori, che rappresenta ben oltre il 50% del debito di Atac nei confronti dei soggetti coinvolti nella procedura, ha votato positivamente. Ora la parola passa al Tribunale fallimentare che dovrà confermare o meno il voto dei creditori con una sentenza di omologa.


Il voto dei creditori dell'azienda sul concordato preventivo è uno step fondamentale per il prosieguo dell'iter scelto per risanare Atac, azienda gravata da un miliardo e quattrocento milioni di euro di debiti. Il piano quest'estate ha incassato l'ok del Tribunale Fallimentare dopo essere stato integrato da una serie di chiarimenti richiesti in precedenza dallo stesso Tribunale. Ora lo stesso documento è stato sottoposto per l'approvazione a circa 1.200 creditori cosiddetti chirografari (tra cui, le banche, la Regione Lazio, Trenitalia, Cotral).

Il Campidoglio, che ha un credito di circa 500 milioni con la sua municipalizzata, sarà l'ultimo a essere ripagato e non ha votato. Come pure non hanno votato i cosiddetti creditori privilegiati. «Noi siamo molto fiduciosi che questo concordato riuscirà ad avere l'approvazione dei creditori. Non vedo alcun rischio in proposito», aveva detto il presidente della municipalizzata, Paolo Simioni, alla vigilia dell'avvio del voto. Ma per rimettere in carreggiata un'azienda che ancora oggi balza agli onori delle cronache per i ritardi nei servizi e per i bus che, periodicamente, vanno in fiamme, ci vorrà anche uno sprint nella manutenzione delle infrastrutture e una grossa iniezione di nuovi mezzi. I veicoli che circolano a Roma sono, infatti, mediamente molto più anziani della media europea.


Quest'anno si prevede l'arrivo di 227 nuovi bus (nell'ambito del pacchetto acquistato attraverso la piattaforma Consip) e l'entrata in funzione di due nuove linee elettriche di minibus nel centro storico. Per il restyling delle metro A e B sono in arrivo 425 milioni ministeriali, che si sommano ai circa 500 milioni di investimenti in tre anni previsti dal bilancio di previsione 2019-2021 del Campidoglio per la mobilità. Oltre all'ammodernamento delle metropolitane, si punta al prolungamento della metro C, alla realizzazione di nuove infrastrutture, tram, corridoi filoviari, ciclabili, preferenziali e alla messa in sicurezza degli incroci più pericolosi.


  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero