Negli uffici dell'Agenzia per la Mobilità, allertati dalla Commissione Trasporti del Campidoglio, ieri pomeriggio facevano un calcolo: se un bus su tre di quelli...
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È sceso in campo Enrico Stefano, presidente della Commissione Trasporti, di fatto «assessore ombra» alla Mobilità, come dice più di qualche consigliere pentastellato. Ebbene Stefàno ieri ha preso carta e penna e ha spedito una lettera a Maurizio Viola, il direttore del Dipartimento Trasporti del Comune, a Marco Rettighieri, diggì di Atac, e a Carlo Maria Medaglia, presidente dell'Agenzia comunale per la Mobilità. Oggetto della missiva: la richiesta di provvedere, il prima possibile, «a una nuova programmazione dell'esercizio su alcune linee di bus e metropolitana, che sia commisurata alle effettive potenzialità di erogazione». Tradotto: le corse vanno tagliate.
Il ragionamento che fa Stefàno è chiaro: «Meglio dire agli utenti non posso garantire, in questo momento, il bus ogni 5 minuti, ma mi impegno per garantirlo ogni 15 che dire agli utenti che l'autobus passa ogni 5 minuti e poi questo non avviene». Da qui la richiesta di una rimodulazione.
LE TRATTE PIÙ FREQUENTATE
L'Agenzia della mobilità, ricevuto l'input, si è subito attivata. Una cosa è certa: la mannaia non calerà a casaccio o, come si dice in questi casi, non ci saranno tagli «lineari». L'operazione di ridimensionamento delle corse «tutelerà» comunque gli assi portanti della città: dal Casilino alla Nomentana. Ma è ovvio che una manovra di questo tipo non potrà essere del tutto indolore. Anche perché, ad oggi, è impossibile pronosticare fino a quando i passaggi di bus e treni saranno a singhiozzo. Il presidente della Commissione Trasporti non ha fornito un'indicazione precisa. Specificando però che «il nostro obiettivo, anche grazie ai nuovi bus che arriveranno nei prossimi mesi e all'aumento e alla protezione delle corsie preferenziali, è di recuperare velocemente e alzare il numero delle corse». Forse già dall'autunno.
LA MUNICIPALIZZATA
La tagliola si abbatterà anche sulle corse della metropolitana, sopratutto sulla metro A. E a questo proposito, ieri il direttore generale dell'Atac, Rettighieri, ha inviato una lettera (l'ennesima) già protocollata dagli uffici del Campidoglio. Per dire cosa? Che se non verranno sbloccati «entro Ferragosto» i 18 milioni di euro per far partire i lavori sulla prima linea, allora già da settembre sarà inevitabile una riduzione progressiva del servizio. Nella lettera, indirizzata sia all'assessore Meleo che alla sindaca Raggi, si parla anche della gara da 150 bus ancora bloccata negli uffici comunali. L'arrivo delle nuove navette viene considerato strategico per evitare che anche la gestione dei mezzi di superficie vada in sofferenza.
DIMISSIONI
Nel documento, che suona come l'ennesimo Sos, il direttore generale farebbe trapelare anche l'ipotesi delle sue dimissioni, nel caso in cui i fondi non arrivassero. «Non ho mai parlato di un passo indietro, continuo a lavorare per Atac», aveva detto Rettighieri non più tardi di due giorni fa. Ma se la situazione dovesse precipitare e fosse costretto a dimezzare o quasi le corse della metro A per mancanza di risorse (promesse ma mai arrivate), non sarebbe lui a calare la mannaia, metaforicamente, per responsabilità non sue.
LA MANOVRA
Il Campidoglio comunque è al lavoro per trovare una soluzione. Il dossier è passato nelle mani di Marcello Minenna, l'assessore al Bilancio. Tra le ipotesi che circolano in questi giorni, c'è anche quella di un nuovo assestamento di bilancio, da varare in tutta fretta, pur di trovare le risorse e rimettere in sesto la linea arancione. Ma i tempi sono strettissimi.
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Il Messaggero