Roma, trasporti, buche e sgomberi: le emergenze irrisolte della Capitale

Comunque la si voglia leggere, la svolta impressa da Virginia Raggi alla sua giunta - sotto la classica forma del rimpasto - è una bocciatura per le politiche impresse da...

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Comunque la si voglia leggere, la svolta impressa da Virginia Raggi alla sua giunta - sotto la classica forma del rimpasto - è una bocciatura per le politiche impresse da alcuni assessori in settori chiave dell'amministrazione cittadina. D'altronde la mini-rivoluzione della sindaca, a poco più di un anno e mezzo dalla fine del suo mandato, passa tra l'altro dalla mobilità, dai lavori pubblici e dal sociale. Ossia, tanto per focalizzare sugli esempi più eclatanti, passa dai trasporti pubblici, dalle buche, dai servizi sociali e da asili e scuole. Insomma, l'inquilina del Campidoglio ammette implicitamente che in assessorati cruciali per la vita quotidiana dei romani è stato fatto troppo poco, o magari si doveva fare molto meglio.


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IL CAMBIO DI MARCIA
Per dare un senso alla propria esperienza sul colle capitolino - anche in vista dell'appuntamento con le urne nella primavera del 2021 - Raggi vuole quindi provare a far dimenticare un servizio di bus e tram al collasso. Una crisi che costringe sempre più romani a utilizzare il mezzo privato, andandosi però a scontrare con una rete stradale sempre più disastrata, tra buche e lavori mai partiti, destinata a peggiorare ulteriormente con le piogge autunnali. Poi c'è il tema delle politiche sociali, sempre più indispensabili in una città che vive un momento difficile. Per non parlare del sistema educativo capitolino, con le famiglie romane sballottate tra liste d'attesa per nidi e scuole dell'infanzia, rette alte, edifici con scarsa manutenzione, mense chiuse a causa dei topi, incertezze nell'assegnazione di maestri e personale ausiliario. I margini di miglioramento sono ampi, ma saperli cogliere non è scontato.
 

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Il Messaggero