Lo conoscono tutti come Johnny. Gianni Micalusi da Terracina, 52 anni, un passato giudiziario risolto e un piccolo regno: in via Giulia, ”Assunta Madre”. ...
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Fino a ieri Micalusi non sapeva di essere indagato per riciclaggio, di certo ignorava che il suo ristorante fosse pieno di microspie, come non lo sapevano gli ospiti che tutte le sere da lui ordinavano pesce. Perché è nel locale della upper class romana, dove politici della terza Repubblica, attori, cardinali e boss cenano nei tavoli fianco a fianco, che sono state captate le conversazioni tra Alberto Dell’Utri e Vincenzo Mancuso. Parlavano del possibile soggiorno estero di Marcello, fratello di Alberto, ex senatore, imputato eccellente in attesa del giudizio finale: la pronuncia della Cassazione sulla condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Le cimici, però, non erano lì per Dell’Utri e neppure per il suo commensale. Le conversazioni intercettate, inviate dalla procura di Roma ai colleghi di Palermo, rientrano in un’altra inchiesta, quella che vede indagato per riciclaggio Micalusi. Il gestore del locale trendy. E chissà, tra quei tavoli, quante altre conversazioni sono state intercettate.
L’ INDAGINE
Anche Michele Senese, prima di finire in manette per omicidio, si faceva vedere spesso nel ristorante di Johnny. Il fascicolo della Dda di Roma, coordinato dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dal pm Francesco Minisci, riguarda un giro di riciclaggio legato alle vecchie conoscenze di Micalusi. L’inchiesta, delegata alla squadra mobile di Roma guidata da Renato Cortese, riguarda il business legato alle attività degli amici di sempre di Micalusi: banda della Magliana, estrema destra romana e criminalità. Ambienti che convergono su alcuni nomi, uno per tutti quello di Gennaro Mokbel, condannato a 15 anni per riciclaggio internazionale. Mokbel aveva fornito ad Alberto Dell’Utri preziosi consigli sulla possibile latitanza dorata del fratello. Basta dare un’occhiata al registro delle imprese per scoprire che Johnny non compare nella compagine societaria del ristorante di via Giulia, intestato invece ai figli ventenni. L’amministratore unico è proprio Mancuso, calabrese.
IL PASSATO
Era il 2002, e Micalusi, al telefono non chiedeva notizie sul pesce, ma con Enrico Terribile, «noto personaggio della Banda della Magliana» parlava di assegni. In quell’inchiesta fu assolto. Nel 2007 è la Guardia di Finanza di Latina a sequestrare il patrimonio di Johnny, che finisce indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso, usura ed abusiva attività finanziaria. La sua Hosteria del pesce di Terracina, con una filiale in via di Monserrato veniva sequestrata, insieme a un patrimonio di 7 milioni di euro. Tutto restituito dopo l’assoluzione. «Speriamo che questa volta i pm siano più avveduti – commenta l’avvocato Cesare Placanica - Micalusi lavora già a Londra. L’ultima volta gli hanno restituito i ristoranti falliti. Lunedì ci presenteremo in procura». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero