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L’assessore ai Trasporti di Roma, Pietro Calabrese, nel curriculum pubblicato sul sito del Comune annota alla voce università: 106 su 110. Un vezzo, perché non si è mai laureato. E dire che sarebbe una buona media, conseguita alla facoltà di Architettura della Sapienza, dove si è iscritto nel 1986, più di trent’anni fa. Addirittura l’assessore, «artigiano del rame», ipse dixit, prima della scalata a Palazzo Senatorio, racconta di avere svolto attività di «assistenza in vari corsi di laurea» e lo inserisce tra le «principali materie/abilità professionali oggetto dello studio».
Peccato appunto che la famosa corona d’alloro non abbia mai cinto la sua chioma leonina. È rimasto fuori corso, l’ultimo titolo di studio è un diploma al liceo artistico, voto di maturità 40 su 60. È lui stesso a fugare i dubbi, sempre nel Cv: «Qualifica conseguita: non laureato», si legge, con una formula inconsueta, proprio accanto alla media del 106. Sbandierata con un certo orgoglio, evidentemente, a dispetto dei risultati ottenuti. O meglio, non ottenuti. La bizzarra “non-laurea” che Calabrese, però, non dissimula, anzi esibisce, forse fedele alla massima di Bob Kennedy, per cui soltanto chi ha il coraggio di affrontare i fallimenti può agguantare grandi successi.
lorenzo.decicco@ilmessaggero.it
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