All’asilo nido anche senza residenza: ecco i nuovi criteri d’accesso a Roma

L'intenzione del Campidoglio è di ridurre il divario di punteggio fra le famiglie con entrambi i genitori lavoratori e quelle in cui a lavorare è solo uno dei due

All’asilo nido anche senza residenza: ecco i nuovi criteri d’accesso a Roma
Il Campidoglio dispone nuovi criteri per l’accesso ai nidi comunali di Roma. è questo uno dei provvedimenti approvati dalla giunta legati ai servizi educativi...

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Il Campidoglio dispone nuovi criteri per l’accesso ai nidi comunali di Roma. è questo uno dei provvedimenti approvati dalla giunta legati ai servizi educativi per la fascia di età fino a tre anni. Il provvedimento consente di ampliare le scelte a disposizione delle famiglie, sostenere la conciliazione tra studio, lavoro e vita familiare e promuovere l’occupazione delle donne. La seconda delibera, invece, riguarda l’equiparazione degli Spazi Be.Bi comunali (che vennero istituiti nel 2003) agli “spazi gioco” introdotti dalla legge regionale 7/2020, due servizi sostanzialmente analoghi che vengono formalmente equiparati in presenza di alcuni specifici parametri.

 
NUOVE OCCASIONI
Con la modifica dei criteri intenzione di Roma Capitale è di ridurre il divario di punteggio fra le famiglie con entrambi i genitori lavoratori e quelle in cui a lavorare è solo uno dei due. Le famiglie, inoltre, avranno la possibilità di presentare la domanda indicando fino a sei opzioni per un posto in uno qualsiasi dei Municipi della città. Da quest’anno la scelta di un municipio diverso da quello di residenza o domicilio non incide sul punteggio. Rimane inoltre confermata la possibilità di effettuare una settima scelta indicando un servizio educativo che si trova in un altro Municipio, diverso rispetto alle prime sei opzioni. Si prevede inoltre la possibilità di presentare la domanda di iscrizione, oltre che per i residenti, anche per i bimbi con il solo domicilio e si è scelto poi di consentire l’iscrizione ai soggetti con residenza fittizia, senza codice fiscale o meritevoli di tutela. La possibilità d’iscrizione viene per la prima volta estesa anche ai casi in cui un genitore presti solo l’attività lavorativa nel territorio capitolino e ai non residenti né domiciliati nel territorio di Roma Capitale, qualora residenti o domiciliati in un Comune vicino.

Quest’ultima opportunità è comunque legata alla disponibilità di posti e sulla base di intese tra i comuni interessati. «L’obiettivo è semplificare la vita delle famiglie», dice l’assessora alla Scuola, Claudia Pratelli, che aggiunge: «Con l’equiparazione degli Spazi Be.Bi a Spazi gioco, diamo continuità e armonizziamo con la legislazione regionale un servizio che Roma Capitale eroga da moltissimi anni e permettiamo alle oltre 800 famiglie interessate di accedere ai contributi annuali di gestione presentando l’istanza di rimborso delle relative spese sostenute, nell’ambito dell’iniziativa regionale denominata E-Family». 

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Il Messaggero