Artisti 7607, Elio Germano guida la protesta dei salari

Francesca Romana De Martini, Paolo Calabresi, Neri Marcorè e Elio Germano, all'incontro di Artisti 7607 a cui ha aderito associazione Unita
È una lettera aperta al Ministro Dario Franceschini quella firmata dalla collecting Artisti 7607, una lettera di denuncia per il mancato equo compenso riconosciuto dalle...

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È una lettera aperta al Ministro Dario Franceschini quella firmata dalla collecting Artisti 7607, una lettera di denuncia per il mancato equo compenso riconosciuto dalle piattaforme streaming nei confronti degli artisti interpreti, a cui ha aderito sottoscrivendone i contenuti, anche l’associazione Unita - Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo.

Capofila i protagonisti del cinema italiano, Elio Germano, Neri Marcorè, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi insieme al direttivo di Unita, Francesca Romana De Martini, Mia Benedetta, Fabrizia Sacchi, Thomas Trabacchi, a cui si sono aggiunti Urbano Barberini, Alberto Molinari, Paco Reconti, Carmen Giardina, Alessandra Carrillo, Cinzia Susino, Paolo Sassanelli alla guida del progetto “La Palestra degli Attori di Artisti 7607”, insieme ai colleghi e coordinatori Davis Tagliaferro e Salvo Traina. Non mancano la acting coach Aurin Proietti seguita dalla regista Valentina Esposito che, anche grazie al sostegno della collecting, porta avanti il prezioso progetto di recupero della compagnia di ex detenuti e non, Fort Apache Cinema Teatro. Anche il mondo del doppiaggio si stringe intorno alla denuncia verso le istituzioni competenti, con la partecipazione di Marco Mete e Chiara Colizzi, tra i doppiatori più importanti in Italia.

“Io penso che sia stata colpa nostra, non ci siamo mai resi conto di quanto fosse importante unirsi… cosa che invece hanno fatto sin da subito gli autori o i musicisti, ricavandone un migliore risultato”, dichiara Paolo Calabresi al Messaggero. Gli fa eco Elio Germano, affermando che gli attori hanno aspettato anche troppo tempo e, prosegue “Noi abbiamo tutti gli strumenti per non chiedere nulla allo Stato. Basterebbe riconoscere i diritti in modo equo, adeguato e proporzionato ai ricavi degli utilizzatori, come previsto dalla già esistente direttiva europea sul copyright, di cui però a tutt’oggi mancano i regolamenti attuativi”.


“Non vogliamo soldi… pubblici!”, esclama in prima battuta la Presidente di Artisti 7607, Cinzia Mascoli che, continua dicendo “Se le leggi verranno recepite e il mercato si adegua alle nuove normative, saremo in grado di essere autonomi e di restituire qualcosa al nostro settore, in termini di welfare, formazione e sostegno degli artisti” Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero