Militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno dato esecuzione a un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali, emessa dal Gip del...
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Le indagini, svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno avuto origine dal fallimento, dichiarato alla fine del 2016, della «Nuove telecomunicazioni» Spa, operante nel settore della progettazione e costruzione di infrastrutture per le telecomunicazioni. All'atto del fallimento la società aveva accumulato debiti nei confronti dell'Erario per oltre 60 milioni di euro, importo che costituisce quasi l'intero ammontare dello stato passivo accertato, pari a circa 67,6 milioni di euro. Gli approfondimenti effettuati dagli investigatori hanno fatto emergere come mediante l'iscrizione di un credito di fatto inesistente sia stato, dapprima, dissimulato lo stato di insolvenza dell'impresa che, in seguito, attraverso un'operazione di scissione societaria posta in essere poco prima del fallimento, è stata privata dell'unico ramo aziendale produttivo di reddito. Quest'ultimo è stato conferito a una new.co., mediante la quale Mazzoni ha potuto proseguire la stessa attività senza il «peso» dei debiti accumulati nel tempo. Attraverso la predetta scissione, il nuovo soggetto giuridico ha beneficiato di un consistente portafoglio di appalti, del valore di circa 47 milioni di euro, con le più importanti società nazionali e internazionali del settore delle telecomunicazioni, nonchè delle attestazioni necessarie per partecipare all'assegnazione di lavori pubblici.
La società preesistente, invece, svuotata di qualsivoglia attività, è stata «abbandonata» all'inevitabile dissesto finanziario, privando i creditori di ogni garanzia patrimoniale.
Il Messaggero