Ariccia piange per la scomparsa del vice brigadiere della locale stazione dei carabinieri Ciro Maione, morto d’infarto a soli 53 anni, sabato scorso, mentre si trovava a...
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Oltre mille persone hanno partecipato ai funerali nella chiesa ariccina di Santa Maria Assunta in cielo in piazza di Corte. Il feretro è partito dalla caserma dei carabinieri dove è stata allestita la camera ardente.
Ciro Maione è stato per circa trent’anni in servizio alla stazione dei carabinieri di Ariccia e lascia la moglie Carmela con due figlie ventenni Luciana ed Anna.
Un uomo stimato e amato da tutti, sempre in prima linea nel contrasto al traffico di stupefacenti, usura, estorsione e rapine. Il suo spirito di servizio lo ha spinto ad abbracciare tutti i casi con estrema passione e volontà di risoluzione. Queste le parole spese per “Ciro” da coloro che lo hanno conosciuto.
I colleghi della stazione di Ariccia, pieni di commozione, hanno portato a braccio il feretro fino alla chiesa e anche dopo, all’uscita dalla messa. La piazza era gremita di persone. Molte istituzioni hanno partecipato alla cerimonia tra cui il Comandante generale dei carabinieri di Roma e provincia Generale di brigata Antonio De vita e il Comandante della Legione Lazio dei carabinieri Generale di divisione Angelo Agovino. Presenti anche i volontari della protezione civile di Ariccia, i carabinieri in congedo e altre forze dell’ordine e diverse associazioni tra cui anche la Croce Rossa. Alla cerimonia anche i vigili urbani con il gonfalone e il sindaco di Ariccia Roberto Di Felice che ha speso parole di stima, elogio e apprezzamento per il vice brigadiere scomparso.
Le figlie hanno ricordato il padre come buono, genuino, sempre pronto a sostenerle e sempre disponibile con tutti. Parole di apprezzamento anche da parte del Generale Agovino che di recente aveva consegnato a Ciro Maione e ai colleghi della stazione di Ariccia due encomi per delle operazioni portate a termine con successo in tema di usura, estorsione ma non solo. Il feretro scortato dai Carabinieri è stato portato al cimitero di Ariccia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero