Da una duna spuntò un cadavere: confermata la condanna a 17 anni per l'omicida di Ardea

Da una duna spuntò un cadavere: confermata la condanna a 17 anni per l'omicida di Ardea
La Corte d'Assise d'Appello ha confermato la condanna a 17 anni di reclusione per Tudor Malcoci, il moldavo di 48 anni sotto processo perché accusato...

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La Corte d'Assise d'Appello ha confermato la condanna a 17 anni di reclusione per Tudor Malcoci, il moldavo di 48 anni sotto processo perché accusato dell'omicidio di un connazionale, compiuto in una villetta di Lido dei Pini, ad Ardea, nel dicembre 2014, e il cui corpo fu trovato dopo più di un mese dopo lo smottamento di una duna. La sentenza è stata pronunciata dalla terza Corte d'assise d'appello, presieduta da Mario Frigenti, a conferma della condanna già emessa in primo grado nel gennaio scorso dal gup di Velletri a conclusione del processo che si svolse col rito abbreviato. Le accuse contestate erano omicidio volontario, possesso di arma bianca e occultamento di cadavere. Per la stessa vicenda, un altro moldavo, Adrian Rotari, è stato condannato in appello nell'ambito di un procedimento ordinario, mentre altri tre connazionali furono assolti, con sentenza confermata in secondo grado.


I fatti risalgono al 28 dicembre 2014. Victor Sirbu, moldavo di 55 anni, fu ucciso quella notte in una villetta di Ardea; il suo corpo riemerse dopo più di un mese per lo smottamento di una duna sulla spiaggia (il cadavere infatti era stato nascosto in un canale di scolo). L'omicidio fu subito inquadrato dalla Procura di Velletri come effetto di scontri tra la criminalità organizzata di matrice russo-moldava, anche se all'apparenza frutto di un litigio per futili motivi. Sirbu, infatti, secondo quanto al tempo si apprese, era ritenuto personaggio di spicco della malavita moldava. Fu la fidanzata dell'uomo che rivelò ai carabinieri di Anzio un incontro in casa di Rotari quel 28 dicembre 2014, nel corso del quale aveva sentito urla e un gran frastuono. Secondo l'accusa il moldavo sarebbe stato ferito con un tirapugni; trasportato sulla spiaggia, sarebbe stato lì finito con violenti colpi alla testa. Ignoti ancora i motivi veri dell'aggressione; col tempo emerse anche la vicenda di un commento fatto nei confronti di una ragazza. Malcoci, che si diede alla latitanza, fu arrestato nel marzo del 2016 dall'Interpol in Ucraina, e poi estradato in Italia; si trova rinchiuso in carcere.
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Il Messaggero