Archeologi per un giorno sul colle dei re: sul Palatino scavi “segreti” aperti al pubblico

Archeologi per un giorno, nella culla della civiltà romana. Un'esperienza insolita. È bastato scendere a cinque metri di profondità lungo la scaletta del...

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Archeologi per un giorno, nella culla della civiltà romana. Un'esperienza insolita. È bastato scendere a cinque metri di profondità lungo la scaletta del ponteggio del cantiere. L'area dello scavo è da brivido: sulle pendici settentrionali del Palatino, dove riaffiora un brano inedito di vita medievale sul colle dei Cesari. Una tomba di bambino intercettata da poche ore, che si aggiunge alle altre due sepolture infantili, forse della stessa famiglia, accanto ad un cunicolo pieno di frammenti di marmo, un pavimento con focolari e vasellame, un insediamento domestico e artigianale risalente al VII secolo d.C. Tutti reperti che giovanissimi archeologi portano in superficie con delicatezza materna per essere lavati e catalogati.

 

«È la fase importante in cui lo studio ravvicinato ci fornisce dati precisi sull'uso del sito», spiega Chiara Fanelli responsabile dell'operazione. La seguono da vicino tante persone attente che vedono rifiorire davanti ai propri occhi colori, decorazioni, forme. Un pubblico appassionato per questo spettacolo di storia romana che vive in diretta. «Un'amica mi aveva avvisato che oggi ci sarebbe stata l'apertura straordinaria dei cantieri archeologici e sono venuta - racconta Roberta Tucci, 41 anni - Sono romana ma mai avevo visto il Palatino in questo modo».

Un successo, ieri, la prima giornata di archeologia pubblica voluta dalla direttrice del Parco del Colosseo Alfonsina Russo. Protagonista, lo scavo condotto da 33 anni dalla Sapienza con il suo Dipartimento di scienze dell'Antichità. Lo scenario è mozzafiato. Si scava lungo la Via Nova, sul bordo del colle scelto da Romolo e poi da Augusto, sotto la Domus Tiberiana, al cospetto dell'atrio della Casa delle Vestali. «Qui è stato scoperchiato un archivio enorme sulla storia di Roma», commenta Paolo Carafa professore di archeologia alla Sapienza. Scarpe comode, occhiali da sole, il pubblico di aspiranti archeologi scopre cosa significa scavare nelle pieghe del tempo.


Le tracce di nuclei di capanne del X secolo a.C., le prove di fortificazioni dell'VIII, e della porta d'accesso al Palatino cinta da bastioni, la pavimentazione originaria della Via Sacra, fino all'incendio di Nerone del 64 d.C. E l'ultima identificazione, un vasto horreum (magazzino) imperiale. Romolo, Augusto, Vespasiano, Massenzio, i nomi si rincorrono in questo racconto che seduce il pubblico. «Il nostro lavoro è quello di sfogliare la terra come un libro di storia e di comunicare al pubblico ogni capitolo», dice Alfonsina Russo che di fronte all'entusiasmo del pubblico ha deciso di replicare l'iniziativa: l'11 luglio, poi nella seconda metà del mese, e a settembre, quando verrà svelato al pubblico lo scavo della Coenatio Rotunda, la leggendaria sala da pranzo di Nerone.
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Il Messaggero