L'arbitro aggredito a Roma: «Non ho paura, voglio tornare prima possibile in campo»

«Voglio tornare sul campo, ad arbitrare, spero di riprendermi al più presto, di non riportare danni che mi impediscano di continuare nella mia passione, non ho...

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«Voglio tornare sul campo, ad arbitrare, spero di riprendermi al più presto, di non riportare danni che mi impediscano di continuare nella mia passione, non ho paura». Riccardo Bernardini, l'arbitro di 23 anni aggredito domenica sul campo della Virtus Olympia a San Basilio, sfodera la grinta di sempre, anche in ospedale, sotto osservazione per il trauma cranico al policlinico Umberto I. Accanto a lui la mamma, Fiammetta.

«È il suo unico desiderio», dice. «Domenica vederlo portare via in ambulanza è stato un colpo al cuore - racconta la donna - . Ho chiamato io i carabinieri. Avevo capito che la situazione stava degenerando, lo insultavano dagli spalti, lo minacciavano. Un gruppetto di più persone, almeno cinque, ha cominciato a raccogliere da terra sassi e a lanciarglieli contro, poi qualcuno ha scavalcato e ha aperto la porta dello spogliatoio che era stata lasciata insolitamente incustodita. Nessuno lo ha difeso, se qualcuno avesse vietato l'ingresso, i carabinieri sarebbero arrivati per tempo a salvarlo. Quello che è accaduto a Riccardo non deve più ripetersi. Lo sport è altro, rischiare la vita per una passione è assurdo. Avviene solo nel calcio».

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Fiammetta si è appellata al presidente dell'Aia, Marcello Nicchi e al neopresidente della Figc Gabriele Gravina. Ha parlato anche con il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. «Sono in contatto costante con loro», afferma. Il suo appello non è andato a vuoto: oggi Nicchi incontrerà i vertici di governo, sul tavolo l'emergenza aggressioni ai fischietti italiani. I medici, ieri, hanno sottoposto Riccardo a una terza tac. «Ma non sarà l'ultima - spiega la mamma - Riccardo ha un ematoma nella parte occipitale della testa, è monitorato di continuo».

I carabinieri ieri hanno ascoltato alcuni testimoni e preso a verbale i due collaboratori dell'arbitro. Stanno preparando l'informativa per il pm, nel mirino due tifosi di casa tra i 25 e i 35 anni, che verranno denunciati per lesioni colpose gravi in concorso e che, una volta indagati, si ritroveranno anche un Daspo. «I carabinieri stanno lavorando per arrivare ai responsabili - afferma la mamma di Riccardo - che dovranno essere puniti in maniera esemplare. L'ho detto a Nicchi, a Gravina che domani (oggi, ndr) si vedranno con Salvini e Giorgetti. So che si stanno adoperando perché ci siano misure restrittive. Me lo hanno promesso e ci credo, per il bene di tutti questi ragazzi che come mio figlio rincorrono una passione e non lo fanno certo per soldi».

ESORDIO BRILLANTE

Bernardini, che studia Ingegneria gestionale a La Sapienza, aveva iniziato a coltivare la passione per l'arbitraggio dai tempi del liceo scientifico. La sua carriera è iniziata 8 anni fa. Attualmente è in carico all'Aia sezione di Ciampino e proprio quest'anno oltre alle gare di Promozione aveva cominciato a dirigere match di categoria superiore, l'Eccellenza, per meriti. Al suo esordio di stagione, infatti, aveva ben impressionato gli osservatori. Ieri Riccardo è stato chiamato dall'arbitro internazionale Paolo Valeri: «Non è stato un bell'episodio, veramente vigliacco, l'ennesimo. Noi arbitri ci siamo stancati di tutta questa violenza gratuita nei confronti di questi ragazzi che vanno in campo, si impegnano durante la settimana, sacrificano la famiglia, gli affetti per andare ad arbitrare una partita, guadagnare poco più di 40 euro, e questo è veramente l'ennesimo fatto increscioso a cui diciamo basta».
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Il Messaggero