LA SCOPERTA Per gli archeologi dell'Appia Antica è una corsa contro il tempo. Mettere in sicurezza un patrimonio inestimabile che rischia di sfaldarsi e crollare dopo...
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I GIARDINI "ALLA GRECA" È qui che lo staff del parco archeologico guidato da Rita Paris sta riportando alla luce i resti di quelli che vengono già identificati con i giardini alla greca dei Quintili. «Scoperte più importanti delle aspettative», commenta la Paris. Le indagini hanno scoperchiato per oltre trecento metri i secolari prati che fino ad oggi rivestivano l'area dal nucleo centrale della residenza all'Appia Antica. Ne sono venute fuori strutture rivestite di intonaci dipinti e pavimenti di mosaici e marmi che scandivano il grande giardino ad ippodromo (lo xystus, la pista d'atletica). La forma è quella di un ippodromo moderno: all'interno, parallelamente ai lati lunghi, si aprono due percorsi speciali, uno per la corsa a piedi l'altro per la passeggiata. E lungo quest'ultimo tracciato riemergono varie stanze, probabili biblioteche e aule di culto. Cornice ideale per ospiti illustri che qui conversavano e, perché no, meditavano.
LA CASA DI ZEUS Percorsi colti impreziositi da statue di filosofi e divinità. Non a caso, gli archeologi Giuliana Galli e Riccardo Frontoni hanno riportato alla luce il podio di un tempio: «La grandezza del basamento suggerisce che dovesse sostenere decorazioni importanti - racconta Giuliana Galli - Per questo pensiamo che possa essere proprio l'aula di culto da cui proviene la grande statua dello Zeus Bronton oggi conservata nell'Antiquarium della Villa, e che stiamo cercando da anni». L'emozione cresce insieme alla preoccupazione. Rita Paris è già al lavoro: «La pioggia è stata forte e ora c'è il rischio di sfaldamento - avverte - Abbiamo piccole somme con cui stiamo facendo l'incarico di restauri specialistici urgenti per non perdere quello che è stato appena scoperto». Lo scavo ora parla a colpi di sorprese. L'archeologa accarezza le tessere policrome del grande mosaico. Si scorgono i tasselli rossi, verdi, celesti, che disegnano (l'effetto è quasi tridimensionale) una treccia in trompe l'oeil. Sotto un pavimento riaffiora anche un pozzo che potrebbe risalire alla messa in opera dell'Appia Antica. Poco più in là, un ambiente restituisce un pavimento in tarsie marmoree, mentre le murature svelano intonaci di un rosso pompeiano. Ma una parte si è appena sbriciolata. E per i Quintili è una corsa contro il tempo.
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Il Messaggero