Appalti illegali a Roma, Cantone: continuità Alemanno-Marino

Appalti illegali a Roma, Cantone: continuità Alemanno-Marino
La fotografia del Campidoglio scattata da Raffaele Cantone lascia poco spazio all'immaginazione. Il presidente dell'Anticorruzione parla nella sua relazione di...

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La fotografia del Campidoglio scattata da Raffaele Cantone lascia poco spazio all'immaginazione. Il presidente dell'Anticorruzione parla nella sua relazione di «sistematica e diffusa violazione delle norme e il ricorso generalizzato e indiscriminato a procedure prive di evidenza pubblica». Il periodo preso in considerazione va a cavallo tra le giunte Alemanno (centrodestra) e Marino (centrosinistra). Tra i due sindaci, dice, «c'è stato minimo cambiamento ma solo perché sono stati spesi meno soldi». Il magistrato una «sostanziale continuità» tra le due amministrazioni «negli affidamenti senza gara».


Il dossier dell'Anac piomba in campagna elettorale e l'effetto è quello di un macigno in uno stagno. Ci sono diciotto rilievi che abbracciano tutto il sistema degli appalti dal 2012-'14.

Adesso, la musica è cambiata, fa capire il ministro degli Interni Angelino Alfano. Che indica il commissario Francesco Paolo Tronca come «garanzia di vigilanza, legalità e trasparenza». Il titolare del Viminale non sembra sorpreso dalla relazione di Cantone - un binario che corre parallelo con l'inchiesta Mafia Capitale - e proprio per questo rilancia: «Continuerà in questi mesi il lavoro di Tronca che si avvarrà anche del recente rapporto del presidente Cantone sulle sistematiche distorsioni che sembrano emergere nelle procedure di carattere contrattuale e che richiedono urgenti misure correttive».
 
L'AFFONDO
La relazione del presidente dell'Anac, la denuncia del «sistema Roma» nei settori strategici del Campidoglio (verde, sociale, innovazione tecnologica, campi rom e anziani) si sovrappone con il «mondo di mezzo». L'inchiesta della Procura, che raccontò alla fine del 2014 Mafia Capitale. E proprio su questo punto il procuratore capo Giuseppe Pignatone è netto: «Se per il giudizio penale serve la sentenza, per il giudizio amministrativo non dobbiamo aspettarla». Per il capo dei magistrati romani il punto è proprio questo: «Non parlo dei processi che sono in corso e per cui arriveranno le sentenze, ma dalla relazione di Cantone è emerso un quadro di maladministration che era sotto gli occhi di tutti ma che senza le indagini non sarebbe mai emerso».


Fin qui le autorità. Poi segue il dibattito. Se Alemanno non parla, il suo successore Ignazio Marino non ci sta a fare parte del sistema marcio. L'ex sindaco: «Quella fotografata da Cantone - sottolinea il chirurgo - è una realtà fortemente radicata, fatta di sistematiche violazioni che la mia giunta ha combattuto: Una lotta titanica interrotta con la decisione del Pd di determinare la caduta del sindaco». Marino rivendica «con orgoglio» di essere stato lui a volere la collaborazione con l'Anticorruzione, «anche firmando nel luglio del 2015 con l'Anac il primo Protocollo di vigilanza collaborativa fra Comune di Roma e Anac». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero