Roma, trovate 45 mila api nel muro di una villa a Lavinio. L’etologo: «Il fenomeno è in crescita»

Nella giornata di ieri, il recupero e la messa in sicurezza di 13 favi. Le api erano riuscite a produrre 10kg di miele

Le api recuperate ieri nella villa a Lavinio
L’ultimo alveare è stato rimosso qualche settimana fa nell’intercapedine del reparto di radiologia della Casa della Salute, a Ladispoli. Le api erano riuscite a...

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L’ultimo alveare è stato rimosso qualche settimana fa nell’intercapedine del reparto di radiologia della Casa della Salute, a Ladispoli. Le api erano riuscite a passare lungo la cavità che conduce all’impianto di climatizzazione e costruire il loro nido. Da Ladispoli ci spostiamo a Lavinio, sempre alle porte delle Capitale dove, nella giornata di ieri, è stato scoperto un altro nido di 45 mila api trovato nelle mura di una villetta a un chilometro dal mare. «Un fenomeno in netta crescita e con casi (di alveari rinvenuti all’interno delle abitazioni, ndr) che tenderanno ad aumentare. Le api hanno imparato a sfruttare qualsiasi opportunità pur di sopravvivere e rifugiarsi in luoghi caldi», ha commentato al Messaggero l’etologo Andrea Lunerti.

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I FATTI

La situazione a casa della signora Giuseppina era diventata davvero incontrollabile. Il numero degli insetti era cresciuto in modo impressionante: entravano ed uscivano dall’abitazione e nemmeno fuori dalla villa era più possibile accendere la luce. Il rischio per l’incolumità delle persone che vi abitavano era dunque alto, ma anziché ricorrere a metodi drastici, la signora Giuseppina - amante degli animali - ha pensato bene di salvarle. Gli insetti erano entrati dalla parte esterna della villa ed erano riusciti a nidificare, costruire ben 13 favi, e sfruttare il calore della stufa per poter proseguire l’attività di riproduzione anche nel corso dei mesi invernali. «Hanno fatto un lavoro straordinario. Sono riuscite - spiega nei dettagli Lunerti - a disporre i favi per evitare i ristagni di calore e al tempo stesso avere una ottima ventilazione. Di solito - prosegue ancora l’esperto - dispongono i favi in maniera diversa: come se fossero pagine di un libro, a pochissimi centimetri gli uni dagli altri. Questa volta però hanno optato per un sistema “diagonale” perché il calore sale verso l’alto e protegge l’intera colonia. Permette - inoltre - il proseguo della covata e la Regina ha continuato tuttavia a deporre le uova». 

Oltre al recupero della Regina, di altri insetti e alla messa in sicurezza della villa, sono stati scoperti 10 kg di miele. « Erano colme di miele perché non hanno consumato nulla. Hanno continuato ad avvalersi del calore della stufa sempre accesa. Ho dovuto faticare tanto per recuperarle. Se non fossimo intervenuti - aggiunge Lunerti - sicuramente nell’arco di un mese sarebbero diventate 70mila». 

«È sempre importante - ricorda Lunerti - ispezionare le proprie abitazioni. Notare se vi sono animali che entrano ed escono dalle fessure o dalle utenze del gas. Ogni 10-15 giorni sarebbe opportuno fare un controllo accurato e rivolgersi successivamente al supporto di un esperto. Ed evitare di ricorrere ad eventuali situazioni spiacevoli che potrebbero procurare danni».

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Il Messaggero