Anzio, morì dopo l'arresto: quattro poliziotti assolti in Cassazione

Anzio, morì dopo l'arresto: quattro poliziotti assolti in Cassazione
Definitivamente assolti i poliziotti del commissariato di Anzio accusati di omicidio preterintenzionale e falso per la morte di Stefano Brunetti, deceduto a 43 anni...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
159,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Definitivamente assolti i poliziotti del commissariato di Anzio accusati di omicidio preterintenzionale e falso per la morte di Stefano Brunetti, deceduto a 43 anni all'ospedale di Velletri il 9 settembre 2008, il giorno dopo l'arresto per tentato furto e la traduzione in carcere. 


La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi e la richiesta odierna del procuratore generale di annullamento della sentenza d'appello, alla quale si erano associati gli avvocati di parte civile. Finisce così la vicenda giudiziaria che ha riguardato   Salvatore Lupoli e Alessio Sparacino, insieme ai colleghi Daniele Bruno e Massimo Cocuzza. Già in Corte d'Assise e in appello gli agenti erano stati assolti perché il fatto non sussiste.

I primi due erano ritenuti gli autori delle percosse che avevano causato il successivo decesso di Brunetti, gli altri gli autori di un verbale falso per "coprire" i colleghi. Ricostruzione che il collegio di difensori - gli avvocati Maurizio Curcio, Marco Fagiolo, Giovambattista Maggiorelli, Andrea Barbesin e Oreste Palmieri - ha sempre respinto.

L'accusa nasceva dalle dichiarazioni di Brunetti (nella foto sotto) al pronto soccorso dell'ospedale di Velletri, dove venne portato dal carcere, che disse al medico "sono state le guardie" e dalla perizia medico legale che faceva risalire a 18-20 ore prima del decesso le percosse subite. A quell'ora l'arrestato era nelle camere di sicurezza del commissariato. In realtà Brunetti era stato coinvolto in una colluttazione già prima, a seguito del tentativo di furto commesso a Nettuno.  

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero