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Novant'anni, malato di Alzheimer, vagava in stato confusionale fra Trastevere e la Portuense. Infreddolito, senza indossare un giaccone: probabilmente G. P., residente all'Aventino, era uscito di casa e senza nemmeno rendersene conto aveva cominciato a camminare per le strade di Roma Sud finché non ha incrociato una pattuglia della polizia di Trastevere.
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Dell'anziano i familiari avevano perso ogni traccia dalla mattina di sabato. Disperati avevano iniziato a cercarlo ovunque, ma niente: nessuno lo aveva visto. Gli unici che si sono accorti dello stato confusionale dell'uomo sono stati gli agenti che lo hanno fermato, hanno capito che non stava bene, lo hanno fatto accomodare negli uffici del commissariato San Paolo, la sede più vicina, per rifocillarlo e intanto provare a chiedere di cosa avesse bisogno. Poche parole, senza una logia precisa da parte sua. Il novantenne non riusciva a spiegare nemmeno chi fosse. Poi piano piano qualche elemento: un nome di battesimo, il quartiere. In serata, finalmente, i poliziotti rintracciano la famiglia. Ad aspettarlo a casa c'era la moglie e anche un figlio, molto preoccupato. Per loro la gine di un incubo. Hanno riabbracciato G. P. ringraziando gli agenti. Se non fosse stato per la loro attenzione, chissà che fine avrebbe fatto.
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