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Una supernonna di Marano Equo, paese vicino Subiaco, ha compiuto 105 anni ha sconfitto in oltre un secolo tutti i virus dal Covid19 alla Spagnola. La vegliarda Margherita Fiorenza, nata il 20 novembre del 1916, ha vissuto il periodo della terribile epidemia della “Spagnola”, si è infettata col Coronavirus e l’ha passato indenne e ha superato due guerre mondiali. A festeggiarla i figli, i nipoti, i pronipoti e il sindaco del paese. “Da un po’ di tempo – racconta il nipote Aldo – è in una casa di riposo. L’abbiamo festeggiata lì. Nonostante la età è lucidissima e ricorda molti particolari della vita, compresa la Spagnola e le vicissitudini della Seconda Guerra Mondiale, con i bombardamenti e la vita da sfollati». La nonnina fa coraggio ai parenti: l’epidemia del Covid, dice, verrà superata come è successo a lei. «Sulla Spagnola ha un ricordo nitido – racconta Aldo – Diceva sempreche la gente moriva come gli animali e, nonostante allora avesse pochi anni, la morte di tanta gente gli è rimasta impressa nella mente. Raccomanda a tutti di seguire le indicazioni sanitarie».
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La signora Fiorenza lo scorso anno a 104 anni è stata positiva al Covid ma non si è ammalata. «Era novembre – racconta Aldo - È risultata positiva: asintomatica. Per precauzione è stata portata in ospedale a Palestrina dove è rimasta per dieci giorni. Non aveva febbre: sicuramente la sua forte fibra gli ha fatto da scudo». La nonnina ora ha fatto anche la terza dose: «Raccomanda di fare il vaccino – dice Aldo - e pensa che usciremo da questa situazione. Allora, tra il 1918 e il 1920, non c’erano né vaccini, né medicine ma solo mascherine». Margherita nella vita ha superato anche ben nove interventi chirurgici e ha vissuto da sfollata. «Per i bombardamenti – racconta il nipote – andarono in campagna insieme al marito. Lavoravano nei campi e lui, morto nel 1985, faceva anche il barbiere del paese». A cento anni andava ancora a trovare gli anziani del posto: «Gli portava un dolce, parole di amicizia». A festeggiarla il sindaco Franco Tozzi: «Nonostante gli acciacchi – dice il primo cittadino – mi ha riconosciuto e mi ha chiesto perchè non avessi portato anche mia moglie. Invece della torta avrebbe preferito una crostata».
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Il Messaggero