Antonella Vitetti Martini, addio alla contessa delle notti dance romane: ieri i funerali

Leggendarie le sue feste vip organizzate al Gilda e in altri locali

Antonella Vitetti Martini, addio alla contessa delle notti dance romane: ieri i funerali
Rose bianche, scritte affettuose su morbidi cuscini di fiori, tanti ricordi sui social e poi, nel sagrato della chiesa, gli abbracci. C’è tutta la gratitudine per gli...

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Rose bianche, scritte affettuose su morbidi cuscini di fiori, tanti ricordi sui social e poi, nel sagrato della chiesa, gli abbracci. C’è tutta la gratitudine per gli anni passati ad ospitare i vip della Capitale, e la nobiltà romana, e ad organizzare per loro feste leggendarie. All’ultimo saluto alla contessa Antonella Vitetti Martini ieri pomeriggio, nella sobria cornice di Santa Maria in Campitelli, arriva un fiume di amici. Tra i primi ad apparire i figli Georgia e Louis. Poi Guglielmo Giovanelli Marconi con un bel bouquet di rose colorate. Louis saluta l’hair-stylist Roberto D’Antonio. Ecco l’ex ministro Vincenzo Spadafora che dona a Georgia un grande mazzo di rose bianche. Ci sono anche Ilaria de Grenet e Federico Coccia, che legge alcuni brani biblici. 

Tra i banchi anche il make up artist Gennaro Marchese e Micol Morandi, figlia di Guya Sospisio. «Una gran signora - ricorda Giovanelli - e mia grande amica dai tempi d’oro del Gilda dove organizzava party stupendi». Se ne è andata per un male incurabile dopo aver vissuto a lungo tra Roma e Miami. «Il secondo marito, il conte Ernesto Vitetti, scomparso due anni fa, era uno dei più famosi collezionisti di divise e cappelli militari», ricorda Sara Iannone, anche lei alle esequie. Nato nel 1936, per il conte è stata una passione infantile scaturita dalla lettura di riviste per bambini che, ai tempi della Seconda guerra mondiale, erano tappezzate da illustrazioni di soldati. Passione che coltivava da circa 60 anni, assieme alla consorte. 

LA RASSEGNA


Una collezione custodita nella sua dimora, una volta casa di campagna del padre Leonardo, diplomatico, che la fece costruire negli anni Sessanta, in un luogo, 5 mila metri quadrati, allora considerato fuori Roma, in zona Appia Antica. Qui ci viveva alcuni mesi l’anno con la moglie passando molte ore a catalogare l’immensa rassegna: circa 600 divise, 1000 cappelli e l’infinito numero di mostrine e decorazioni. Il conte era infatti uno dei maggiori esperti al mondo di divise militari e veniva contattato da ogni dove. Pezzi che forse oggi meriterebbero una fondazione per poter essere custoditi per i posteri. La villa è stata inoltre set di film come “The Young Pope” di Paolo Sorrentino. Bruce Willis ha girato qui lo spot per la Vodafone. E il mito della contessa, continua. 
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Il Messaggero