L’Anno Santo e la “stangata” per il palato

L’Anno Santo e la “stangata” per il palato
“Roma ha già ora prezzi da Giubileo. Sei euro per un cappuccino” @bergamopost Le piccole grandi stangate da Anno Santo, e...

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“Roma ha già ora prezzi da Giubileo. Sei euro per un cappuccino”


@bergamopost

Le piccole grandi stangate da Anno Santo, e vabbè: anzi va male. Ma la qualità delle vivande rincarate? Non bisognerebbe parlare anche di queste? La cosa bella dei grandi eventi sono gli eventi, se ben gestiti. La cosa brutta è che spesso queste occasioni diventano una spinta verso il basso dell'offerta, anche di quella culinaria.



Potrebbe essere così anche all'Expo di Milano, che pure è dedicata all'alimentazione tutta bio, ma qui si parla di Roma e chissene della capitale lombarda.

Nell'Urbe si é sempre mangiato benissimo, e basti leggere le cronache di estasi culinaria firmate da Gogol, che a Roma visse a lungo e lo conoscevano tutti nelle trattorie intorno a piazza di Spagna.



Ma adesso il rischio è che Giubileo significhi escalation dei camion bar. Voglia dire invasione degli spaghettacci precotti e dei panini con la forma e il sapore del pneumatico. Già ci siamo degradati abbastanza nel palato, e a un livello ancora più basso non si può andare: non soltanto per rispetto a Gogol. La pizza alla colla, le polpette di segatura e l'insostenibile pesantezza della porchetta che sa di merluzzo (“Pesce fracico” s'intitola un tecno-requiem musicato da un commercialista romano, Alessandro Meloncelli, che potrebbe diventare il gastro-tormentone dell'Anno Santo) non sono degne di una capitale e lo sono tantomeno in un momento di generale raccolta spirituale (e lo stomaco fa parte dello spirito) come quella voluta da Papa Francesco. Comincino da subito le preghiere, per evitare l'Apocalisse nelle osterie. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero