Anica: nove incontri sul futuro del cinema italiano

Anica: nove incontri sul futuro del cinema italiano
Grandi prospettive. Un pieno di talenti. Un periodo molto interessante. Questo è il cinema italiano, nell’ultimo conclusivo Incontro sul suo futuro, il nono, promosso...

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Grandi prospettive. Un pieno di talenti. Un periodo molto interessante. Questo è il cinema italiano, nell’ultimo conclusivo Incontro sul suo futuro, il nono, promosso da Anica al fianco della Festa del cinema.

L’Incontro degli attori. Positività, con una serie di incognite. Gianluca Farinelli, presidente della Festa del Cinema di Roma, ha detto che “dagli anni ’60 non c’era una stagione altrettanto importante, prolifica, come questa attuale”. Alba Rohrwacher vede attorno a sé “cineasti intraprendenti e fantasiosi, avremo storie che ci stupiranno. Ho una speranza enorme, se ci sarà un sistema che ci sosterrà…”. Benedetta Porcaroli parla di “un cinema con tanti talenti, registi giovani e attori, che però non sempre vengono distribuiti…”. Anna Foglietta è andata nel vivo: “Dobbiamo infondere nel pubblico nuova fiducia nel cinema. Non ci sono solo le piattaforme, ma anche le sale.

Mancano, per esempio, contenitori per gli attori, per la promozione dei film. Rai Cinema potrebbe pensare a contenitori inediti, che usino il linguaggio dei giovani. Penso che il cinema sia percepito come qualcosa che non comunica più tanto. Vedo qualche parallelo con la crisi della sinistra. L’arte e la sinistra sono sempre stati un binomio stretto, ma come esiste una disaffezione verso la sinistra in politica, così è entrata in crisi anche l’arte: il cinema, al di fuori degli intellettuali, non riesce più a parlare a tutti”. Valerio Mastandrea è d’accordo: “La disaffezione del pubblico parte dai contenuti, il cinema sembra talvolta incapace di raccontare le cose, o di intrattenere raccontando”. Poi c’è il grande tema delle piattaforme, delle serie: “Creano una genericità dello sguardo -ha detto Rohrwacher- diseducano il pubblico, non sconvolgono. E a noi attori viene solo richiesta spontaneità, far funzionare le scene, non approfondire i personaggi.

Diventiamo come ombre”: “Di fronte alla prepotenza delle piattaforme -ha detto Mastandrea- dovremmo accettare i finanziamenti, ma difendere la nostra posizione artistica”. Benedetta Porcaroli, 24 anni, ha raccontato la nonna che guardava Sordi, il papà che guardava Fellini e suo fratello diciassettenne che guarda “Squid Game”: “Non si vede più tanto cinema…”. “Il cinema deve tornare a dare fastidio”, ha detto Foglietta. E Mastandrea: “Il cinema deve essere sempre sorprendente”.

Francesco Rutelli ha chiuso il ciclo dei Nove incontri ringraziando Farinelli, la segretaria Anica Francesca Medolago Albani, le moderatrici Piera Detassis e Laura Delli Colli. Ha detto che “l’esperimento è riuscito, ha portato sul tavolo tanti temi, domanda e offerta di prodotto in grande crescita, difficoltà per le sale, molti -spesso buoni- posti di lavoro, fruizione moltiplicata nei diversi device, il rapporto con il pubblico, l’interesse che va stimolato”. E ha annunciato un seguito, con le varie categorie che si confrontano negli stessi dibattiti.

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Il Messaggero