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Strappato alla morte in 45 minuti. Una vittoria dei medici, una rinascita per il signor Ezio, che ha smesso di “vivere” per un tempo che è sembrato infinito. Nel cuore della notte, a Ferragosto, grazie a un intervento salvavita di estrema complessità realizzato in meno di 45 minuti da un’equipe multidisciplinare del Policlinico universitario Agostino Gemelli -Ircc Università Cattolica.
Policlinico Gemelli, al pronto soccorso pediatrico i visori aiutano i bambini a curare la paura
Niente di casuale o improvvisato ma un lavoro di squadra che viene da lontano e che punta sulla gestione dell’emergenza-urgenza attraverso un preciso protocollo che va dall’entrata in pronto soccorso, passa per l’iter diagnostico, la riabilitazione e l’uscita. Ezio Sellati, 82 anni, è sano e salvo e domani, quando sarà sciolta la prognosi, sarà trasferito in riabilitazione cardiologica sempre al Gemelli. Ieri ha incontrato e salutato tutta l’equipe che l’ha salvato quella notte tragica del 15 agosto.
I SOCCORSI
L’uomo era in casa a Marina di Cerveteri quando è stato colpito dalla rottura di un aneurisma dell’aorta addominale.
Questione di pochissimi minuti. I camici bianchi tutti intorno a lui, nel disperato tentativo di strapparlo alla morte. Tra loro, il dottor Filippo Bongiovanni e il dottor Domenico Grieco, l’anestesista Nicola Conticolo, il chirurgo vascolare Marco Natola. «Ebbene, una volta gonfiato il pallone a monte della rottura, il paziente comincia ad avere una minima attività cardiaca e viene portato in sala operatoria d’urgenza per un intervento di sostituzione dell’aorta addominale infrarenale e riparazione di una vasta fistola aortocavale». E il signor Ezio non molla. «Il paziente ha reagito in maniera efficace, sarà trasportato in terapia intensiva per 48 ore, poi trasferito nel mio reparto di Chirugia vascolare». Un’operazione in tempi record, decisivi per salvare una vita. «Mi preme sottolineare la velocità del passaggio tra l’utilizzo di manovre rianimatorie, lo stop bleeding, la decisione immediata di usare il pallone per vedere se reagisse, come è stato. La corsa in sala operatoria, tutto questo in meno di 45 minuti. Ho ringraziato per mail tutti gli operatori. Hanno mostrato un riscontro in termini di tempistica molto buono».
«UN MIRACOLO»
«Neanche lassù mi volevano» e «non è arrivata la mia ora». Così Ezio Sellati ha detto alla figlia Marzia. L’ottantenne ha un banco di alimentari, il box 28 al Mercato del Parco alla Garbatella. «È un capoccione, è forte, si vuole sbrigare, dice che la gente lo aspetta al banco...», racconta sollevata. Di quella notte ricorda: «Le speranze minime di vita, l’equipe del Gemelli che ha fatto cose miracolose».
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Il Messaggero