Anarchici a Roma, il centro sociale Bencivenga entrerà nel piano sgomberi

Anarchici a Roma, il centro sociale Bencivenga entrerà nel piano sgomberi
Il Bencivenga occupato, il covo degli anarchici dove venerdì mattina i carabinieri hanno arrestato alcuni dei sette eversivi nell'operazione Bialystok, non è...

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Il Bencivenga occupato, il covo degli anarchici dove venerdì mattina i carabinieri hanno arrestato alcuni dei sette eversivi nell'operazione Bialystok, non è nella lista degli immobili da sgomberare con priorità dalla Prefettura. Il centro sociale di Montesacro non compariva nemmeno nell'elenco delle occupazioni da liberare stilata nel 2016 dall'allora commissario straordinario capitolino Francesco Paolo Tronca e successivamente aggiornata. Insomma, la tana degli anarco-insurrezionalisti che, secondo gli inquirenti, meditavano altre azioni eclatanti dopo avere fatto saltare nel 2017 un ordigno davanti alla caserma dei carabinieri di San Giovanni, almeno fino a ieri, non era in cima ai pensieri delle autorità capitoline. Nonostante le numerose segnalazioni dei residenti e i fari accesi degli

investigatori.

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I CRITERI
Adesso, però, con il nuovo fronte giudiziario aperto (gli arrestati sono ritenuti responsabili di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione e porto di materiale esplosivo, istigazione a commettere delitti contro la personalità dello Stato, oltre che incendio e danneggiamenti aggravati dalla finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico), lo scenario sembra destinato a cambiare e il Bencivenga occupato potrebbe conquistare il suo spazio e scalare posizioni nell'elenco della Prefettura. Questo in base al criterio di priorità numero 2 adottato da Palazzo Valentini che prevede una maggior punteggio (e probabilità di sgombero) «alla presenza di accertate criticità sotto il profilo dell'ordine e della sicurezza pubblica, soprattutto tenendo conto dell'eventuale impatto sul contesto ambientale derivante dalla stessa occupazione (ad es. incremento della delittuosità, presenza dei fenomeni di spaccio, prostituzione etc)». Nell'edificio di via Bencivenga l'altra mattina i carabinieri del Ros de del Reparto Operativo di Roma hanno sequestrato caschi e una stamperia clandestina. L'occupazione di per sé non è vissuta stabilmente da numerose persone, ma è pronta a riempirsi in occasione di manifestazioni, eventi di autofinanziamento, e rappresenta un punto di riferimento (finanche un nascondiglio sicuro) per accoliti di tutta Italia ed Europa.

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IL TAVOLO
Di Bencivenga ma anche degli altri centri sociali occupati - come per esempio la Bam di Centocelle, Biblioteca abusiva metropolitana, in via dei Castani, altra galassia sensile al richiamo anarchico, presente al dodicesimo posto della classifica dei 23 immobili da sgomberare con priorità e con un sequestro preventivo emesso dall'autorità giudiziaria nel febbraio 2009 - si parlerà inevitabilmente al comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico convocato per discutere dello sgombero di CasaPound.

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Agli occupanti dell'edificio simbolo del movimento di estrema destra, mercoledì è stato notificato il provvedimento di sequestro preventivo della sede e, ora, bisognerà valutare se, come e quando, sfrattare i residenti. Soprattutto alla luce delle dichiarazioni di esponenti di governo e del sindaco Virginia Raggi che hanno cantato «vittoria». Una questione spinosa, per nulla semplice da affrontare. E con CpI che ha già alzato la posta: «E gli altri? I Centri sociali e le occupazioni di sinistra?». A Montesacro, intanto, dopo il blitz contro gli anarchici, i cittadini sono tornati a chiedere che tutta l'area occupata in via Bencivenga, venga liberata e ritorni al Comune. «Perché è il Campidoglio proprietario dei locali - dice Daniela Mattiuzzo Brunetta, del comitato Sacco Pastore Nomentano - e solo i due carrozzieri pagano l'affitto. Per il resto, nell'area della vecchia Maggiolina, stazione di posta pontificia, sono tutti abusivi, ma nessuno ha mai mosso un dito per mandarli via. Fu la Guardia di Finanza a cedere il terreno al Comune Poi i finanzieri ottennero comunque un parcheggio per il Comando che sorge di fronte. Noi cittadini, invece, siamo rimasti sempre inascoltati».
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Il Messaggero