La durata media di una crociera che attraversa i cinque continenti è tre mesi. Ma ci vuole quasi il doppio per farsi rinnovare una carta d'identità a Roma. Nel...
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Ecco perché la giunta di Virginia Raggi è pronta a intervenire. La bozza di delibera è stata messa a punto dall'assessore Flavia Marzano, che ha la delega agli uffici anagrafici, e dovrebbe essere approvata nella sala degli Arazzi a stretto giro di posta. «Al massimo entro un paio di settimane», dicono a Palazzo Senatorio. Per i cittadini, la novità principale della riforma riguarda i certificati: chi li chiederà online, d'ora in poi, non sborserà un euro per i diritti di segreteria.
IL CONFRONTO CON MILANO
La mossa serve a disintasare gli sportelli: ogni anno l'Anagrafe romana rilascia oltre un milione di attestati, ma solo il 5%, finora, viene chiesto online (a Milano oltre il 30%). Ora l'obiettivo è spostare metà delle richieste, mezzo milione di certificati quindi, sulle piattaforme elettroniche, in modo da liberare sportelli e impiegati per le carte d'identità.
Lo sgravio dei costi di segreteria, secondo il Comune, dovrebbe funzionare come incentivo. Oggi per un certificato anagrafico si pagano 52 centesimi; per la copia integrale di un estratto dello stato civile il costo è 1 euro, mentre salgono a 2,58 euro i diritti di segreteria per un certificato storico di famiglia (più la marca da bollo), e a 5,16 euro i diritti per un certificato storico di famiglia «in carta resa legale».
PATTO CON IL MINISTERO
Nel frattempo il Campidoglio ha chiesto al ministero dell'Interno 20 nuove postazioni per le carte d'identità elettroniche, diventate obbligatorie da oltre un anno. La versione cartacea, ormai, può essere rilasciata solo in casi di emergenza. Va detto che 25 postazioni sono state montate negli uffici capitolini già da tre mesi, ma gli effetti sulle code non si sono visti. Anzi, la situazione nelle ultime settimane sembra essere peggiorata.
Non solo macchine. La giunta grillina si è convinta a rinfoltire anche la pattuglia di impiegati da destinare agli sportelli. Non molti, tra i 24 mila dipendenti comunali di Roma, amano il front office, cioè un incarico in cui tocca relazionarsi con il pubblico, eppure per disincagliare le liste d'attesa delle carte d'identità, anche nel M5S, si è arrivati alla conclusione che un potenziamento dell'organico all'Anagrafe sia imprescindibile. Anche solo per riuscire a coprire le pause pranzo degli impiegati e assicurare che il servizio prosegua senza interruzioni. La coda non si può fermare per uno spuntino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero