Roma, alla cricca degli ambulanti 20mila euro a settimana

Roma, alla cricca degli ambulanti 20mila euro a settimana
Testimonianze false, estorsioni, calunnie. Addirittura la minaccia di essere in grado di scatenare «una guerra» che avrebbe messo a soqquadro le strade della Capitale....

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Testimonianze false, estorsioni, calunnie. Addirittura la minaccia di essere in grado di scatenare «una guerra» che avrebbe messo a soqquadro le strade della Capitale. Per la Procura, Augusto Proietti, il ras del commercio ambulante in contatto anche con i Tredicine, avrebbe organizzato un sistema in grado di garantirgli praticamente il monopolio del settore, con guadagni altissimi: il suo gruppo riusciva a fatturare fino a 20mila euro a settimana.


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Era il provento dell’affitto illegale chiesto a una schiera di ambulanti che utilizzavano - irregolarmente - le licenze di Proietti e famiglia, con postazioni sparse in tutta la città. Il pm Alberto Galanti contesta l’associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso: per spaventare la concorrenza, gli indagati avrebbero anche «millantando la loro appartenenza a clan camorristici», si legge negli atti della Procura. I pm hanno chiesto l’arresto del re degli ambulanti e di alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Ma il gip è stato di opinione contraria e non ha riconosciuto l’esistenza dell’associazione. Sul caso, il 20 ottobre, si pronuncerà il Riesame.

IL GRUPPO
Sotto accusa anche i figli di Proietti, Alessandro, Claudio e Federico, prestanome e titolari di numerose autorizzazioni. Avrebbero spesso riscosso i pagamenti insieme al fratello di Proietti, Marcello, e a Marcello Latini. Alessandro Pucci, invece, avrebbe il ruolo di curare i passaggi di licenze. Dell’associazione farebbe parte anche Salvatore Fiorito, «guardia del corpo e picchiatore», incaricato di «punire pubblicamente i soggetti che non sottostanno alle indicazioni», sostiene il pm. Dalle indagini è emerso che il gruppo controlla banchetti da piazza Vittorio alla Balduina, da via Cola di Rienzo fino a piazzale Flaminio, uno dei posteggi più ambiti. Il sistema prevede di utilizzare anche le licenze per commercio itinerante come se fossero fisse, ignorando lo schema delle rotazioni e instaurando una vera e propria «colonizzazione» del commercio. Le autorizzazioni vengono poi cedute ai venditori dietro un pagamento in nero e secondo un tariffario: 100 euro al giorno per zone come via Appia e viale Europa; 200 al giorno per piazzale Flaminio. Nelle carte si legge che i clienti - secondo il pm, in realtà, sarebbero obbligati a saldare il conto per non perdere il lavoro - non compravano solo la postazione, ma anche servizi annessi: dal soccorso in caso di controlli della polizia, con aggressioni verbali e giudiziarie fatte di insulti, fax, mail, video calunniosi e denunce contro gli agenti, alle azioni per spaventare i rivali.

LE TESTIMONIANZE FALSE
Il re degli ambulanti era vendicativo e voleva tenere tutto sotto controllo. Come nell’ottobre 2017. Quando scopre che uno degli ambulanti del «giro» è stato convocato dai carabinieri e ha raccontato del monopolio della cricca e dei 500 euro che era costretto a pagare ogni settimana, sbotta: «Gli do una mazzettata in faccia, gli do una ferrata in faccia». Decide quindi di escluderlo e impedirgli di lavorare. Tanto che il commerciante, per essere riammesso, si offre di ritrattare. Poi, Proietti, insieme ai “soci”, si organizza: istruisce gli ambulanti sulle dichiarazioni da rilasciare in caso di convocazione. Quando un commerciante decide di spostare il suo banchetto, occupando altro spazio, invece, viene minacciato di morte: «Mio figlio momenti gli dà un’accettata, si è messo con il banco di fronte al banco mio, un macello gli ho fatto».


Vengono descritte anche minacce e molestie in danno di agenti, politici, avvocati del Comune, funzionari. Uno di loro, per paura, ha ritirato il figlio da un concorso pubblico. Proietti procedeva con irruzioni violente negli uffici. «Non ti do una pizza in faccia perché so che ti farebbe comodo, ti spezzo le gambe», alcune delle frasi dette. Aveva anche registrato un video nel quale diceva che avrebbe ucciso un agente della municipale e poi avrebbe invocato l’infermità mentale. Lo scorso anno le minacce erano state indirizzate anche ad Andrea Coia, presidente della Commissione commercio di Roma Capitale. In un video Proietti si era vantato di poter scatenare «una guerra con i venditori ambulanti che già se stanno a preparà, che gli metteranno sottosopra Roma». Per la procura, è la «riprova del ruolo di “boss” del settore».
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Il Messaggero