Non solo maxi aumenti di stipendio, ma anche avanzamenti di carriera che fanno lievitare ancora di più gli emolumenti. Stavolta a mettere nel mirino l’Ama e il suo...
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I PRECEDENTI
Per la cronaca, via Calderon de La Barca ha sempre replicato a queste accuse di rispettare le norme vigenti e di voler soltanto riconoscere il lavoro dei propri dirigenti. Fatto sta che nella scorsa primavera si venne a sapere dei primi maxi aumenti ad alcuni manager della macrostruttura che coadiuva Zaghis, mentre ad agosto ha fatto scandalo la notizia che Ama aveva concesso un’indennità di 8.000 euro annui, retroattiva all’1 Marzo, per i suoi responsabili delle zone. In relazione a questo caso la Fp Cgil aveva anche annunciato un esposto alla Corte dei Corti, mentre la scelta non era piaciuta neppure all’azionista unico della municipalizzata. Se non bastasse, si starebbero valutando nuovi incrementi salariali per altri uomini della prima linea.
Usb si è soffermata proprio sul riconoscimento del bonus ai capiarea, al «trattamento incentivante integrativo munificamente elargito dall’amministratore» consistente in 670 euro al mese. Il passaggio per questi dirigenti alla Fascia A del contratto nazionale «prevede, tra l’altro, che il 25 per cento della retribuzione sia calcolata sugli elementi di retribuzione costituenti la base di calcolo delle prestazioni straordinarie». Parliamo di circa 20mila euro in più.
Secondo il sindacato, «questi dipendenti ricevono già una retribuzione più che adeguata al loro livello di responsabilità e professionalità e non si capisce il motivo di queste integrazioni al reddito, visto anche l’andamento della gestione operativa aziendale». Come dimostrano i problemi nella raccolta, i ritardi nella costruzione degli impianti di trattamento o - sempre secondo il sindacato autonomo - la scarsa attenzione alle maestranze, «a cominciare dagli operatori, costretti a lavorare senza protezioni adeguate, con DPI e divise insufficienti e spesso mancanti, con mezzi fatiscenti e inadatti a svolgere il servizio, con conseguenti malattie professionali mai riconosciute».
Da via Calderon de La Barca, come detto, nessun commento ufficiale. Ma trapela la notizia che la spesa complessiva di tutta questa operazione sul 2020 in termini di costi si aggira intorno ai 60.000 euro. Intanto Usb chiede alla sindaca Virginia Raggi di «far revocare immediatamente queste disposizioni dell’Amministratore Unico che sono uno schiaffo in faccia ai lavoratori AMA e alla cittadinanza tutta». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero