Rocca Cencia, addio al Tmb di Ama. Gualtieri chiude l'impianto: «Pessima qualità dell'aria»

Corsa contro il tempo per trovare altre strutture per trattare l'indifferenziata

Rocca Cencia, addio al Tmb di Ama. Gualtieri chiude l'impianto: «Pessima qualità dell'aria»
Dopo 17 anni e tante polemiche da parte dei residenti chiude il Tmb di Rocca Cencia, l'ultimo di proprietà di Ama. La fossa - con oltre 6mila tonnellate di talquale -...

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Dopo 17 anni e tante polemiche da parte dei residenti chiude il Tmb di Rocca Cencia, l'ultimo di proprietà di Ama. La fossa - con oltre 6mila tonnellate di talquale - emanava miasmi superiori ai valori consentiti per legge. Da qui lo stop e la decisione di svuotare il bacino. Non a caso il sindaco Roberto Gualtieri, annunciando ieri la scelta in Aula Giulio Cesare, ha spiegato: «Speriamo in questo modo di porre fine ai fortissimi disagi per i residenti e i cittadini». L'impianto nei suoi due forni essiccava la spazzatura indifferenziata e ne trasformava una parte in carburante. E ora, per non andare in emergenza rifiuti a Pasqua, la municipalizzata e il Campidoglio non lesinano sforzi per trovare sbocchi alternativi. Il sito - sotto sequestro dal luglio del 2000 - lavorava anche 500 tonnellate al giorno, che da domani andranno nei Tmb del Lazio (Malagrotta, Aprilia o Colfelice nel Frusinate) o nei termovalorizzatori e nelle discariche del Nord Italia. Sarà però messa ancora più sotto pressione la macchina logistica di Ama: i camion della raccolta dovranno percorrere più chilometri per essere svuotatati e in questo modo salteranno qualche giro di ritiro in città, lasciando i cassonetti pieni.

IL TERMOVALORIZZATORE

Gualtieri ha anche spiegato che si è potuto chiudere Rocca Cencia «perché per la prima volta c'è un piano rifiuti, operativo, che ha dato certezza sull'autosufficienza impiantistica». In primis «il termovalorizzatore, con un orizzonte di tempo definito e con un modello di sviluppo basato su discarica zero». Quindi «non sarà più necessario il Tmb Cencia», mentre non ci dovrebbero essere ripercussioni sulla raccolta «per la certezza degli sbocchi che ha consentito ad Ama di negoziare spazi fino al 2026».

 

 

Per la cronaca, a Pasqua e Pasquetta, Ama installerà presidi con netturbini nelle piazze del Centro, davanti alle principali chiese e nei pressi di parchi e ville storiche.
Il Tmb doveva chiudere entro la fine della consiliatura: al suo posto ci saranno un tritovagliatore (un "frullatore" meccanico che sminuzza i materiali) e una macchina "filmatrice" (raccoglie i rifiuti in ecoballe), necessari per il primo trattamento al talquale destinato ai termovalorizzatori fuori dal Lazio, e una serie di presse per differenziare plastica e carta. A velocizzare i piani del Comune le ultime "campagne odorigene" effettuate da Ama: alle 18 di lunedì i test hanno rilevato livelli di olezzi superiori ai livelli di guardia. Da qui la decisione di interrompere ogni attività. In un primo tempo Ama aveva ipotizzato uno stop temporaneo, poi l'amministrazione capitolina ha preso la palla al balzo e anticipato la riqualificazione: in questo modo evita anche il revamping, il potenziamento imposto al sito dalla Procura, che sarebbe costato quasi 50 milioni.
Sempre ieri l'impianto è stato dissequestrato dalla Procura. Con un'apposita ordinanza del sindaco sarà avviato lo svuotamento della fossa (da chiudere in 21 giorni) e saranno rafforzate le analisi sulla qualità dell'aria. Poi partirà il tritovagliatore, che lavorerà anche mille tonnellate al giorno. Nota Francesco Carpano (Azione): «Bene la chiusura dell'impianto, ma con il solo tritovaglio aumenterà il traffico dei camion in entrata e in uscita». Replica Mariano Angelucci (Pd): «Polemiche pretestuose, è una grande vittoria per la città e per i cittadini del VI Municipio».

 

 

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Il Messaggero