Muraro torna ad attaccare l'Ama. Ma il direttore generale l'ha scelto lei

Muraro torna ad attaccare l'Ama. Ma il direttore generale l'ha scelto lei
Paola Muraro contro Ama. All'inizio della legislatura gli scontri furono durissimi, anche in diretta streaming: la neo assessore alla Sostenibilità ambientale,...

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Paola Muraro contro Ama. All'inizio della legislatura gli scontri furono durissimi, anche in diretta streaming: la neo assessore alla Sostenibilità ambientale, consulente per dodici anni dell'azienda, attaccò con veemenza l'allora presidente Daniele Fortini. Oggi che Fortini non c'è più, è tornata a prendersela con l'azienda, che è senza un amministratore unico da 36 giorni perché la giunta Raggi non l'ha scelto ed è guidata da Stefano Bina, direttore generale voluto proprio dalla Muraro. A cosa si deve il nuovo attacco della Muraro? Secondo la ricostruzione dell'assessore, l'Ama non l'ha informata che l'impianto di compostaggio dei rifiuti di Maccarese è chiuso. 


Si legge in un comunicato diffuso proprio dall'assessorato alla Sostenibilità guidato dalla Muraro: «Abbiamo ricevuto ieri comunicazione che l’impianto di compostaggio dell’Ama, situato a Maccarese, è stato chiuso lo scorso 3 ottobre per lavori di manutenzione. Gli eventuali disservizi determinati da questa decisione non sono attribuibili a noi, in quanto l’Ama ha provveduto a informare prima il Comune di Fiumicino e poi Roma Capitale. Una dinamica che conferma come l’azienda non garantisca il costante coinvolgimento gestionale dell’amministrazione e dell’assessorato alla Sostenibilità Ambientale. L’impianto era già stato oggetto di interventi manutentivi due anni fa: occorre quindi chiarire le ragioni effettive alla base dell’attuale chiusura, avvenuta in assenza di un’alternativa. Invitiamo quindi l’Ama a mettere in campo una più adeguata programmazione». 

La Regione, intanto, ha affidato un incarico di consulenza al grande nemico della Muraro, l'ex presidente dell'Ama, Daniele Fortini: seguirà la governance del ciclo dei rifiuti nel Lazio e le procedure di smaltimento degli inerti delle zone colpite dal sisma. «L'incarico - spiegano in Regione - avrà la durata di diciotto mesi per un compenso lordo di 39.000 euro (26mila euro lordi l'anno)».
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Il Messaggero