Ama, no di Raggi al bilancio: torna il rischio concordato

Ama, no di Raggi al bilancio: torna il rischio concordato
Fumata nera molto probabile nell'assemblea dei soci dell'Ama che è stata convocata oggi dal presidente Lorenzo Bagnacani, per la quindicesima volta, con il medesimo...

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Fumata nera molto probabile nell'assemblea dei soci dell'Ama che è stata convocata oggi dal presidente Lorenzo Bagnacani, per la quindicesima volta, con il medesimo orsine del giorno: l'approvazione del bilancio 2017 della municipalizzata, al centro si un lungo braccio di ferro con il Campidoglio, azionista unico dell'azienda di via Calderon de la Barca. Questa volta il delegato di Palazzo Senatorio dovrebbe presentarsi all'incontro, dopo 14 sedute andate deserte, ma con tutta probabilità non avrà in mano il via libera dell'amministrazione comunale. Virginia Raggi non sarebbe ancora convinta della soluzione trovata per superare la questione dei 18 milioni di servizi cimiteriali arretrati - risalenti al periodo 2008-2016 - che l'Ama aveva iscritto in bilancio come crediti ma che il Comune non riconosce.


LO STALLO
La sindaca sposa quindi la posizione dell'assessore capitolino al bilancio Gianni Lemmetti, da sempre critico verso il documento approvato lo scorso marzo dal consiglio di amministrazione della municipalizzata e poi modificato, a dicembre, proprio per ovviare ai dubbi del Campidoglio. Lemmetti, su questo punto, si trova su fronte opposto rispetto all'assessore all'ambiente Giuseppina Montanari. A complicare ulteriormente la situazione ci si è messo il parere «non favorevole» espresso dal collegio sindacale, che nella sua relazione ha puntato il dito contro la «scarsa prudenza» degli amministratori della società. Ma l'azienda ritiene che il documento sia stato correttamente predisposto e che ci siano tutti i presupposti di legge per poter procedere alla relativa approvazione da parte dell'azionista. Una situazione di stallo che mette a rischio i conti della società di via Calderon de la Barca, con le banche che minacciano di chiudere le linee di credito (per il momento garantite solo fino al 28 febbraio) e la concreta possibilità che, in tal caso, qualche creditore possa presentare istanza di fallimento, aprendo la strada al concordato preventivo modello Atac.

LA PROTESTA
Cartelli verdi per protestare contro lo stallo sul bilancio Ama. Appena aperta la seduta dell'assemblea capitolina di ieri si sono alzati in piedi i consiglieri del Partito democratico e gridando contro i banchi della presidenza hanno tirato fuori i cartelli con scritto. Roma discarica a cielo aperto, Ama è di tutti, approvate il bilancio, C'era una volta Ama, bilancio non pervenuto. A replicare ai dem è stato il vicecapogruppo del M5S Giuliano Pacetti: «Smettetela con questi teatrini», ha detto rivolto all'opposizione. «Vogliamo sapere le intenzioni di questa amministrazione per il futuro di Ama: Siamo molto preoccupati», ha detto la consigliera della civica Roma torna Roma, Svetlana Celli.

I SINDACATI

Le organizzazioni sindacali sono sul piede di guerra: lunedì prossimo è stata convocata un'assemblea nella sede dell'Ama, e non si escludono proteste successive. «Ravvisiamo un improvviso cambio di direzione rispetto a quanto dichiarato nei mesi scorsi da Roma Capitale per la stabilità economica e per il rilancio e lo sviluppo dell'azienda, con un piano industriale di grande qualità - attaccano il commissario straordinario Giancarlo Serafini e il Coordinatore Alessandro Bonfigli, della Uiltrasporti Lazio - I ritardi e il mancato sostegno dell'azionista di maggioranza sul documento finanziario del piano industriale ci allarma, facendo presagire l'impossibilità di Ama di rispettare le clausole contrattuali di finanziamento, che equivarrebbe ad una sua potenziale bancarotta preferenziale».
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Il Messaggero