«Assunzioni frutto di decisioni arbitrarie e clientelari». Così i giudici descrivono nelle motivazioni il meccanismo della «parentopoli» Ama, la municipalizzata della...
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Condannati anche Luciano Cedrone, ex direttore del personale; Bruno Frigerio, presidente della commissione esaminatrice; Gianfrancesco Regard, ex capo dell'area legale. Sono accusati di abuso d'ufficio e falso.
Secondo i magistrati, nel caso delle 41 assunzioni, avvenute tra il 2008 e il 2009, «come appurato - si legge nelle motivazioni di circa 100 pagine - dalla pg molti degli assunti erano legati a rapporti di parentela o affinità con esponenti politici o persone a costoro vicine ed erano espressione del volere, per nulla trasparente, dell' amministratore delegato».
Il sindaco Marino. «L'ennesimo abuso, l'ennesima 'Parentopoli' stavolta in Ama. La sentenza del Tribunale penale di Roma che condanna Franco Panzironi, allora amministratore delegato di Ama spa, per falso ed abuso d'ufficio, alla pena di 5 anni e tre mesi di reclusione (insieme ad altri 3 manager) conferma quello che avevamo sempre detto. Ora Ama dovrà procedere, come è giusto che sia e come impone la legge nel caso di assunzioni disposte in modo fraudolento, ai necessari licenziamenti del personale cui è stato fatto stipulare un contratto di lavoro che il Tribunale ha qualificato nullo di diritto». Lo afferma in una nota il sindaco di Roma Ignazio Marino. «Panzironi nei suoi anni in Ama ha gestito una vera e propria cabina di regia del malaffare, per far assumere in modo illecito molti amici e parenti, non solo suoi (tra cui il proprio genero) ma anche della parte politica che lo ha sempre sponsorizzato, a cominciare dai parenti e sodali dell'allora sindaco Gianni Alemanno - aggiunge - Per anni, le municipalizzate sotto la guida della destra sono state gestite per tutelare gli specifici interessi di un gruppo politico e non quelli delle romane e dei romani, come ci si aspetterebbe. Di più, negli stessi anni hanno perseguito il rafforzamento di poteri corruttivi e che vedono gli stessi protagonisti al centro di un'altra vicenda giudiziaria, che chiama in causa anche reati per associazione mafiosa». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero