Roma, restaurazione Ama: dirigente allontanato nel 2005 ora in lizza come direttore generale

Roma, restaurazione Ama: dirigente allontanato nel 2005 ora in lizza come direttore generale
IL CASO A volte ritornano. Oppure, a volte, cercano di ritornare. Restaurazione-Ama, atto secondo. Non solo dal punto di vista gestionale un'azienda che pare sempre più...

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IL CASO
A volte ritornano. Oppure, a volte, cercano di ritornare. Restaurazione-Ama, atto secondo. Non solo dal punto di vista gestionale un'azienda che pare sempre più tornata al vecchio slogan braccia e carrette e sempre meno legata a dei processi industriali per la chiusura del ciclo dei rifiuti ma anche (o soprattutto) sul fronte delle nomine.

La partita sul direttore generale, con l'incarico a Stefano Bina scaduto a fine 2016, è ancora aperta, ma dentro Cinque Stelle si combatte senza esclusione di colpi tra le varie correnti. In lizza, dopo la selezione avviata dal Campidoglio, sarebbero rimasti ormai pochi nomi: c'è chi parla di una short list di quattro persone, chi la riduce ancora.
Di certo, in lizza, c'è almeno una vecchia conoscenza aziendale. L'ex dirigente Giuseppe Perrone, per anni braccio destro del dg arrestato per Mafia Capitale Giovanni Fiscon (tra gli ultimi incarichi ha avuto quello di Direttore dei servizi territoriali). Lo stesso Perrone che non è mai stato indagato compare in diverse intercettazioni dell'inchiesta, come interlocutore di Salvatore Buzzi, il ras delle coop che faceva affari anche con Ama. Perrone, al termine di una trattativa con l'azienda dei rifiuti, lasciò via Calderon de la Barca a metà del 2015, dopo che l'assestment sui dirigenti fatto dall'allora presidente e ad Daniele Fortini lo aveva relegato agli ultimi posti come rendimento. Ora, però, il dirigente uscito dalla porta potrebbe rientrare dalla finestra.
CURRICULUM
Tra le domande pervenute per il ruolo di dg, infatti, ci sarebbe anche la sua. E la sua nomina sarebbe caldeggiata dall'amministratrice unica di Ama, Antonella Giglio, che sarebbe in rotta di collisione con lo stesso Bina. Due i nodi del contendere: la famosa macrostruttura targata-Muraro, quella che recuperava in posizioni apicali alcuni manager dell'azienda come Emiliano Limiti (anche lui finito nelle carte di Mafia Capitale e poi uscito dall'inchiesta); e anche, novitù degli ultimi giorni, la discussione che c'è stata su un vecchio contenzioso con il consorzio Colari di Manlio Cerroni. Bina vorrebbe che l'ex ras di Malagrotta restituisse all'Ama i 20 milioni in più pagati per lo smaltimento dei rifiuti a Rocca Cencia; Giglio, invece, si accontenterebbe di una transazione, per recuperare anche solo una parte di quella cifra. Morale della favola: Bina, anche lui di nuovo in corso per fare il dg, vede le sue azioni in ribasso a scapito proprio di Perrone. che attualmente fa il dirigente di Eni ma che sarebbe stato spinto proprio dai Cinque Stelle a presentare la domanda.
In ballo, nella lista ristretta dei papabili ci sarebbe anche Ivan Strozzi, l'uomo che ai tempi della giunta Marino fu ad di Ama per un giorno: l'ex sindaco lo scelse alla guida della società, poi gli revocò l'incarico dopo aver scoperto che era indagato per una vecchia storia legata ai rifiuti siciliani, di quando Strozzi era a capo dell'Enia. Il manager, in quel caso, pagò l'omissione sul suo curriculum presentato al Campidoglio. Ora ci riprova, contando sul suo rapporto con le neo assessore Pinuccia Montanari, che si porta dietro da Reggio Emilia: lui era a capo dell'Enia, lei assessore all'Ambiente con la prima giunta Delrio. A volte ritornano, appunto. O, almeno, ci provano.

Ernesto Menicucci
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Il Messaggero