Rifiuti a Roma, in Ama sette nuovi dirigenti ma il Campidoglio frena: «Retribuzioni troppo alte»

Per l'azienda servono altri manager, previsti stipendi per oltre un milione l'anno

Rifiuti a Roma, in Ama sette nuovi dirigenti ma il Campidoglio frena: «Retribuzioni troppo alte»
Ai vertici di Ama sono arrivati due messaggi dal Campidoglio. Intanto a settembre, con la riapertura delle scuole e degli uffici, la città deve tornare pulita, con i...

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Ai vertici di Ama sono arrivati due messaggi dal Campidoglio. Intanto a settembre, con la riapertura delle scuole e degli uffici, la città deve tornare pulita, con i cassonetti svuotati con regolarità e le strade ben spazzate. Anche perché a fine mese si vota per le Politiche e Roma sarà al centro dell'attenzione internazionale. Ma non è da meno l'altro messaggio: al momento è meglio congelare le assunzioni di nuovi dirigenti, per i quali si dovranno pagare emolumenti superiori al milione di euro all'anno. Con oltre 7mila dipendenti e 1.350.000 utenze da servire tra famiglie, negozi e aziende, Ama ha al momento circa 13 dipendenti di prima fascia. Non molti. Dopo il ritorno del consiglio di amministrazione in via Calderon de La Barca (con cinque membri) gli attuali vertici (il presidente Daniele Pace e il direttore generale Andrea Bossola) hanno deciso di riorganizzare l'azienda che negli ultimi anni ha scontato un certo scollamento tra i manager e i dipendenti sul territorio. Da qui la decisione di creare una nuova macrostruttura con una direzione più legata alla governance e una più operativa, per migliorare le attività di raccolta e tutta la gestione del ciclo dei rifiuti.

 

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IL PIANO
Per farlo servono nuovi dirigenti, come comunicato nell'ultima seduta del cda. Precisamente un direttore del personale, un responsabile degli impianti, quello della logistica, quello della finanza, quello della pianificazione strategica oltre ai capi della segretaria tecnica del dg e del presidente. Al momento è stata ricoperta soltanto quest'ultima casella con una dirigente in distacco dal Demanio, che guadagna 160mila euro lordi all'anno. Per le altre sono state aperte o saranno presto aperte dei bandi di selezione. Costo totale dei loro stipendi circa un milione di euro.

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In media un dirigente dell'Ama ha uno stipendio di circa 140mila euro lordi annui, cifra non altissima se non fosse che parliamo di un'azienda che due anni fa ha visto il suo azionista (il Comune) iniettare 350 milioni di soldi pubblici e che garantisce un servizio spesso scadente. E nonostante Roma Capitale versi ogni anno nelle sue casse oltre 700 milioni di euro come contratto di servizio. Per questi motivi il Comune ha chiesto ai vertici della municipalizzata di congelare le assunzioni, preferendo prima concludere le selezioni dei nuovi 650 netturbini (ne sono entrati già 350). Duro, intanto, Andrea De Priamo, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, in lizza per un posto al Senato: «L'Ama pensi a raccogliere i rifiuti ancora per strada e non a moltiplicare le poltrone, peraltro con procedure con legittimità tutta da verificare». Protesta anche il sindacato. Natale Di Cola, segretario della Cgil di Roma e del Lazio, nelle scorse settimane aveva dichiarato: «In un momento di crisi come quello che vive l'azienda, gli sforzi vanno dedicati a migliorare il servizio, a investimenti sui mezzi e all'aumento del personale operativo. Di certo non al reclutamento di nuovi dirigenti. Sarebbe grave se l'amministrazione avallasse questa richiesta».


 

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Il Messaggero