Ama, tra assenze record e impianti flop ora spunta l’ombra del sabotaggio

Ama, tra assenze record e impianti flop ora spunta l’ombra del sabotaggio
Assenteismo all’Ama e rifiuti per strada, ma anche l’ombra del sabotaggio, di una minoranza di quadri e dipendenti che rema contro. ...

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Assenteismo all’Ama e rifiuti per strada, ma anche l’ombra del sabotaggio, di una minoranza di quadri e dipendenti che rema contro.


E mentre il Codacons presenta alla procura un esposto, il sindaco Marino usa un linguaggio non proprio gandhiano e promette: «In azienda cadranno delle teste». In altri termini: la linea del dialogo del presidente Daniele Fortini non basta più, ora Marino gli chiede di cambiare pelle e di fare il cattivo. Molto cattivo. E di montare una ghigliottina nel cortile di via Calderon de la Barca. Anche se Fortini da quando si è insediato ha già licenziato tre dirigenti e portato un nuovo direttore del personale. Ma ad esempio un uomo forte e di esperienza come Fiscon, direttore generale, ora potrebbe essere messo in discussione.



STATISTICHE

Resta però un dato che deve essere chiaro: Roma paga soprattutto l’insufficienza degli impianti ed è quella la regina di tutte le cause del caos. Poi certo l’Ama, come l’Atac, non sono un esempio di efficienza. Ma l’assenteismo c’era anche nel 2013 e i rifiuti non erano per strada.



I dati: a gennaio gli assenti per diverse ragioni erano il 19 per cento. A luglio quel dato si è attestato attorno al 16 per cento. Nel dettaglio: la percentuale dei malati, nelle ultime rilevazioni, era del 7,6 per cento, degli infortunati è dell’1,2 per cento, simile quella delle maternità. In questi casi bisognerebbe disporre una raffica di visite fiscali per capire se il dato è gonfiato. C’è una fetta consistente di assenze legate alla legge 104, vale a dire permessi retribuiti per assistere un parente disabile: il dato colpisce, 3,4 per cento.



Su poco meno di ottomila dipendenti, significa 270 dipendenti interessati dalla legge 104. Ultimo tassello: i permessi sindacali: 0,50 per cento. Comunque sia, per ammissione dello stesso Fortini, siamo ancora sopra la media, di almeno 2 punti, rispetto ad altre aziende simili del resto di Italia. Per questo anche ieri il sindaco Ignazio Marino ha ripetuto - cavalcando un tema popolare - che combatterà l’assenteismo, che chiederà di sostituire i dirigenti che non fanno i controlli, «che salteranno delle teste molto presto».



Chi potrebbe perdere il posto? Nella macchina organizzativa ci sono ancora troppi dirigenti e quadri della vecchia gestione? E qui ecco avanzare l’ombra del boicottaggio, il timore che - al di là dell’indubbia debolezza del sistema - che vi sia qualcuno che ad arte rallenta la macchina. Anche ieri notte Fortini ha svolto delle ispezioni a sorpresa nei quartieri più sporchi per capire cosa non sta funzionando.



SOSPETTI

C’è un dettaglio che alimenta il sospetto: perché l’emergenza è a macchia di leopardo, perché alcuni quartieri non vedono mai i rifiuti per strada e altri hanno i rifiuti abbandonati vicino ai marciapiedi? Ecco, allora, il timore che tra una sessantina di capisquadra vi sia chi abbia mal digerito i tagli agli straordinari o semplicemente sia ancora legato ad altre gestioni dell’Ama e magari applica con pignoleria il regolamento rallentando il servizio della raccolta.



Torniamo alla domanda iniziale: chi rischia il posto? L’Ama ha tre direttori: Giovanni Fiscon (direttore generale), Giovanna Anelli (direttore amministrativo) e Leopoldo D’Amico (direttore corporate). Solo l’ultimo è stato scelto da Fortini, che comunque ha attinto dai dirigenti già presenti in Ama. Fiscon e Anelli ora potrebbero essere messi in discussione. Difficile invece che rischino dirigenti appena nominati: Saverio Lopes (personale) e Pietro Zotti (gestione rifiuti). Ma dalla Cgil rimproverano a Fortini in un anno di non avere ancora dato una sterzata all’azienda. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero