Da 16mila a 26mila "cestoni" per i rifiuti. Insomma, non sarà facile dire, con in mano la carta del gelato o della pizza, che non si trova "mai un contenitore per buttare i...
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Oggi a Roma i cosiddetti cestoni gettacarte presenti in strada sono quasi 16.000. Con i nuovi 10.000 in arrivo, dunque, la presenza di questo genere di contenitori per i rifiuti salirà di oltre il 60%. In quelli attualmente presenti, cittadini romani, pendolari e turisti conferiscono circa 14 tonnellate di rifiuti al giorno per un totale di oltre 5.000 tonnellate di rifiuti l’anno. I materiali raccolti nei cestoni, però, fino ad oggi sono stati sempre accorpati ai rifiuti indifferenziati: finché era aperta Malagrotta finivano nella discarica romana, adesso vengono trattati negli impianti Tmb (trattamento meccanico biologico) e parte del flusso in uscita finisce negli inceneritori. Da recenti analisi merceologiche svolte da Ama, però, è emerso che fino al 95% di questi rifiuti è costituito da materiali riciclabili come carta, lattine, bottigliette di plastica e vetro.
“Nella prospettiva virtuosa assunta dall’Amministrazione Marino di scongiurare inceneritori e discariche spingendo al massimo la raccolta differenziata – afferma Fortini – anche questi rifiuti sono per noi una risorsa da intercettare per dar vita a nuova materia. Per fare ciò Ama introdurrà attrezzature a supporto di questa raccolta specifica e siglerà accordi ad hoc per destinare anche questi materiali a recupero di materia. Uno degli obiettivi per l’anno giubilare sarà per noi quello di raddoppiare il materiale raccolto attraverso i cestoni, arrivando a circa 11.000 tonnellate di rifiuti minuti avviati a riciclo”.
La maggior parte dei cestoni saranno collocati nelle vie commerciali caratterizzate da forti flussi pedonali e nei quartieri in cui, con l’introduzione della raccolta differenziata ‘spinta’ porta a porta c’è più bisogno di potenziare la presenza di contenitori su strada attraverso i quali conferire correttamente i rifiuti di piccola taglia prodotti mentre si è fuori casa.
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Il Messaggero