«Ho avuto paura e ho pianto come una bambina. Ho detto agli animalisti che io sono una sarta e faccio lavorare persone che non possono neppure permettersi di comprare una...
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La stilista è stata "intrattenuta" per diversi minuti da una cinquantina di manifestanti antipelliccia di 'Animalisti Italianì, comparsi all'improvviso davanti al cancello del complesso di archeologia industriale, che ospita per la prima volta le manifestazioni di moda di AltaRoma. E superata la barriera umana, ha avuto anche il modo di apprezzare la location scelta da Altaroma per le sfilate. Forse Curiel non si era accorta, attorniata da donne e uomini urlanti ai megafoni frasi contro la vivisezione degli animali da pelliccia, delle catene di metallo nascoste sotto le giacche a vento che i manifestanti accanto al cancello stavano per utilizzare per bloccarlo definitivamente: «Oggi da qui non esce e non entra più nessuno» minacciavano ringhiando. Ma Curiel, racchiusa in un piumino animalier, dopo circa dieci minuti è riuscita a convincere i manifestanti a farla entrare, visto che la prima sfilata del calendario di oggi, quella del marchio L72, era già cominciata.
Alla fine gli animi si sono placati e la protesta si è conclusa 'pacificamentè sotto gli occhi delle forze dell'ordine. Il bello è che le collezioni che sfilano da oggi e nei prossimi giorni sono quelle per la primavera/estate, per cui l'uso delle pellicce non è previsto. Inoltre, la stessa Curiel ieri aveva presentato un'anteprima stampa dei suoi abiti ispirati ad un giardino floreale. Insomma di pellicce in pedana all'ex Dogana non si vedrà neppure l'ombra. E pensare che ieri Curiel spiegava: «Ogni qual volta incontro un chiosco di un fioraio, poggio lo sguardo su un'aiuola, sbircio l'angolo di un terrazzo rigoglioso o vengo abbracciata dal verde di una campo, sono felice. Osservare un seme che diventa pianta e fiore eleva il mio spirito in un arcobaleno di sentimenti positivi. In questo mondo confuso, depresso, corrotto, vi è un costante definitivo, dolce e violento messaggio di speranza e di rinascita, nella natura». In pedana, il garden party della couturier è un tripudio di colori floreali, ricami e lavorazioni artigianali. Una collezione per cui sono necessari mesi di paziente manodopera. «Sono diventata pazza per fare questi abiti» rivela infatti la stilista nel back stage.
E la sua fatica viene ripagata: nelle prime file, dove siedono anche Donna Assunta Almirante, Lella Bertinotti e Isabella Rauti, le bocche restano aperte dalla meraviglia nel veder sfilare 45 capolavori di alta sartoria.
Il Messaggero